A rischio la permanenza napoletana di SICTA

Mesi turbolenti per i dipendenti del SICTA: consorzio del Gruppo ENAV, impegnato in attività di ricerca e sviluppo nel campo dell’Air Traffic Management / Communication Navigation Surveillance (ATM/CNS). Il Consorzio coopera con le comunità scientifiche nazionali ed internazionali nei principali programmi e progetti di ricerca europei nell’ambito della gestione del traffico aereo (come SESAR, Horizon 2020). Insomma, una vera e propria eccellenza napoletana.

È ormai certezza la volontà di giungere alla liquidazione del Consorzio SICTA con successiva internalizzazione delle attività e delle risorse all’interno delle funzioni di EVAV S.p.A. Si tratta di un’importante e decisiva svolta professionale per i dipendenti SICTA, guastata però dall’amarezza di una temibile eventualità: lo spostamento della sede di lavoro al di fuori della Regione Campania Da mesi, infatti, aleggia la probabilità di trasferire la sede del Consorzio da Napoli a Roma. Sebbene le risorse attualmente impiegate all’interno della struttura siano fiere del salto di qualità che l’internalizzazione rappresenti da un punto di vista lavorativo e contrattuale, sembrano tuttavia turbate da comprensibili timori. Il presagio di una improvvisa ed imprevista mobilità, che ha già da tempo generato un clima di inquietudine fra i dipendenti, produrrebbe ripercussioni davvero drammatiche. “Trasferirsi a Roma significherebbe sacrificare o, in molti casi, rinunciare alla vita privata; vita privata che ha il volto di genitori, mogli, mariti e figli …”

Queste le parole che traducono l’umore o, meglio, il malumore dei dipendenti. In una recente riunione avvenuta tra ENAV S.p.A. e le OO.SS, queste ultime hanno manifestato la netta opposizione di fronte alla scelta di spostare le risorse di Napoli presso le sedi ENAV di Roma. Le OO.SS precisano che la sede di SICTA è ad oggi ubicata presso il C.A. di Napoli, di proprietà di ENAV S.p.A., inoltre, ribadiscono che non esistono vincoli di processo o tecnologici che impediscano di continuare a svolgere a Napoli le attività lavorative. Alla luce di questa analisi sembra dunque azzardato ed incomprensibile turbare gli equilibri privati dei dipendenti di Napoli, cui sono intrecciate molte altre vite: quelle delle loro famiglie. Senza contare le forti ripercussioni che si avrebbero anche sul piano lavorativo, che sarebbe inevitabilmente inficiato dalla destabilizzazione provocata dallo spostamento di sede lavorativa. Intanto, mentre i dipendenti restano in balia degli eventi ed in attesa di risvolti, “rimandati” a settembre, il Sud, ancora una volta, rischia il depauperamento del suo terreno industriale ed ingegneristico. A dispetto delle tante promesse e rassicurazioni che muovono anche dal mondo politico, in favore del Sud e del suo rilancio economico, si sta di fatto procedendo allo sradicamento dal suolo campano di uno dei fiori all’occhiello del comparto aerospazio.