Carrino, non intendo restare presidente del CIRA ma difenderò la mia onorabilità

La vicenda della rimozione del Presidente del CIRA, dopo l’incontro con la stampa del prof. Luigi Carrino, si complica per quanto possibile maggiormente.carrino2016Restano le zone d’ombra, in particolare sui quei motivi che hanno indotto i rappresentanti dell’ASI, CNR e dell’Area di Sviluppo industriale di Caserta ad attivarsi per rimuovere per “giusta causa” il professore dall’incarico, rilevando una serie d’irregolarità emerse nella gestione del Centro di Capua.
Il professore ha confermato di avere dato mandato a un legale per “difendere la legalità e la mia onorabilità” e ha chiarito che con la rottura del rapporto con ASI non intende “fare battaglie per restare alla Presidenza del CIRA “. Il professore ha sostenuto che una serie di eventi “ volti a screditare la mia persona e delegittimare e indebolire la credibilità dell’intero Cda”, si sarebbero attivati con “singolare coincidenza” quando il CIRA ha voluto dare segnali di discontinuità rispetto al passato sui temi della legalità.
La storia pare avviarsi prima ancora della pubblicazione della lettera con cui l’agenzia Spaziale Italiana ne chiedeva le dimissioni.
La volontà di rimuoverlo – ha sostenuto Carrino – gli era stata anticipata a fine luglio alla vigilia di un Cda convocato per esaminare ipotesi di gravi irregolarità emerse da un’indagine interna.  Nella successiva lettera si parla di “presunto conflitto d’interessi con la carica di Presidente del DAC, conflitto mai evidenziato in precedenza” e poi tra i motivi della rimozione, si addebitano a Carrino gravi «criticità gestionali» nel Centro di Capua.
“Mi corre l’obbligo – sostiene Carrino – di precisare che all’origine della vicenda vi sono segnalazioni di ditte locali che denunciavano formalmente all’Organismo di Vigilanza” ”l’interferenza di personale tecnico del CIRA nell’assegnazione dei contratti di subappalto di manutenzione degli impianti”. “Preciso che il valore degli appalti assegnati dal CIRA è pari a più di tre milioni di euro l’anno”. “L’indagine si è focalizzata pertanto sulla gestione del Contratto di manutenzione degli impianti del CIRA, il cui titolare, tra l’altro, veniva arrestato a fine giugno scorso per tangenti in Veneto”.
Il professore a questo punto chiama in causa i parlamentari campani e sollecita l’intervento della commissione l’antimafia, parla di uno “scontro tra soci pubblici e privati” nell’assemblea dell’8 settembre scorso e rivela che il consigliere del Cda del CIRA, Carlo Festucci direttore generale dell’AIAD, avrebbe “segnalato quanto stava avvenendo al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, al Presidente dell’ANAC e al Presidente della Regione Campania, l’unico a interessarsi alla cosa e a ricevere il consigliere Festucci”.  Tra i soci pubblici che hanno contribuito a rimuovere Carrino figura anche l’Area di Sviluppo Industriale di Caserta, un istituto della Regione depositario delle azioni in possesso della Regione nella proprietà del CIRA. Il Prof. Carrino ritiene che il rappresentante di questo ente abbia assunto una posizione diversa da quella più volta manifestata dal rappresentante della Regione nel CdA e che il Presidente De Luca mi risulta avere una posizione diversa da quella dell’ASI.
INTERVISTA