La Francia riconosce il diritto d’ignorare le email ricevute dopo l’orario di lavoro

Un provvedimento rivoluzionario o un “diritto di facciata” ?..
declaration_of_the_rights_of_man_and_of_the_citizen_in_1789Sarà pure una novità rivoluzionaria, forse come e più di quanto lo sia stato il Job Act in Italia, ma francamente non siamo convinti che questo diritto alla disconnessione inciderà sulle condizioni di vita dei lavoratori francesi.
Il “droit à la déconnexion”, è in vigore in Francia dal 1 gennaio 2017 ed è riconosciuto nelle aziende con almeno 50 lavoratori, il provvedimento è contenuto nell’articolo 55 della Loi Travail ed è stato approvato dal Parlamento lo scorso agosto.
Il “diritto” è stato inserito nel piatto di reiquilibrio della bilancia dei diritti ridotti ai dipendenti con la nuova legge sul lavoro, con la norma si regola l’orario oltre il quale i dipendenti hanno il diritto di ignorare email, chiamate, messaggi o SMS di lavoro. La legge riconosce a tutti il diritto di essere liberi di dedicarsi ad altre attività al termine dell’orario di lavoro, cosa che spesso non accade a causa della diffusione degli smartphone e delle connessioni ad internet ovunque che impediscono di “staccare” davvero dal lavoro. Con questa legge in Francia i sindacati avranno la possibilità di concordare il diritto alla disconnessione e le modalità per ridurre le comunicazioni aziendali nei momenti fuori dagli orari di lavoro.
Ci pare che i nostri cugini d’Oltrealpe preferiscono rincorrere quella democrazia dei diritti di facciata, nessun governo europeo è in grado di proporre soluzioni efficaci per contrastare le conseguenze devastanti della lunga crisi economica e anche in Francia si ricorre alla democrazia creativa la stessa di Lionel Jospin del 1997 quando s’inventò la legge delle35 ore per tutti per aumentare i salari e crescere il consenso.
Ricordiamo quella legge che non ha ridotto l’orario di lavoro di nessun francese, ma che entusiasmò in Italia sindacati e politici, produsse crisi di governo e tonnellate di carta stampata. Ne discutevno tutti, dall’economista blasonato al giuslavorista di successo, al portiere del condominio al barbiere, meno ne parlavano le aziende e i lavoratori dipendenti che continuavano, e hanno continuato a fare negli anni successivi del lavoro straordinario uno strumento di flessibilità dell’orario e d’integrazione dello stipendio minimo. Allora tutti dicevano la loro e fingevano di non sapere che nelle aziende del nostro Bel Paese si lavorare molto oltre le 48 ore previste dai contratti, la produttività cresceva più delle tigri asiatiche, i profitti schizzavano alle stelle e il denaro correvano verso la finanzia mentre calavano gli investimenti e cresceva la deindustrializzazione dell’economia.
Il provvedimente francese che è legge da qualche giorno farà ancora una volta scuola anche tra nel nostro provinciale Paese? E’ anche vero che è la prima volta che un governo tenta di limitare il lavoro “always-on” inserendo una serie di parametri in grado di bloccare il problema crescente della reperibilità h24 che, a detta degli esperti del nuovo millennio, può provocare conseguenze negative sulla qualità della vita. Se da una parte smartphone e tablet hanno facilitato le comunicazioni ed il lavoro, infatti, dall’altra parte questi strumenti hanno eliminato la necessità di recarsi obbligatoriamente nel posto di lavoro, con il rischio di ritrovarsi a rispondere a mail di lavoro a qualsiasi orario del giorno. Al momento anche in Francia non hanno chiaro come questa nuova legge verrà attuata, ogni azienda avrà la possibilità di organizzare il diritto alla disconnessione trovando la soluzione migliore secondo le esigenze dei singoli dipendenti. “Essere sempre connessi abbassa la qualità del lavoro. Non agiamo più, siamo costretti a reagire di continuo. È interesse dell’azienda preservare la salute dei dipendenti” spiega il sindacalista Jérôme Chemin.