Roma. I contenuti della nuova legge per AEROSPAZIO in discussione al Parlamento

Proposta di legge n. 4510Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia spaziale italiana

senatoFinalmente prende forma un possibile strumento di supporto e gestione ad un settore strategico del sistema Italia.
La proposta di legge, già approvata dal Senato e attualmente in attesa di essere discussa alla Camera dei Deputati, istituisce un comitato interministeriale di coordinamento delle politiche nazionali spaziali e aerospaziali definendone compiti e responsabilità, e ridefinisce e aggiorna, al contempo, diversi elementi organizzativi e gestionali dell’Agenzia Spaziale Italiana derivanti dall’introduzione della legge.
Il comitato interministeriale, con struttura a geometria variabile, è presieduto dal Presidente del Consiglio, tramite un Sottosegretario alla Presidenza con delega alle attività spaziali ed aerospaziali, ed è formato di base dai rappresentanti dei dicasteri maggiormente coinvolti nelle attività di ricerca e industriali connesse ai programmi nazionali ed internazionali, dal Presidente della conferenza delle regioni e dal Presidente dell’ASI. A questo nucleo potranno affiancarsi, in relazione alle specifiche tematiche affrontate dal Comitato, rappresentanti di dicasteri non presenti nel comitato, di enti pubblici e di enti (soggetti) privati.
Il Presidente del Comitato sarà individuato dal Presidente del Consiglio entro 15 giorni dall’approvazione della legge.
All’ASI è demandata la funzione tecnica-operativa. L’Agenzia fornirà il necessario supporto tecnico-scientifico al Comitato, che si avvarrà, ove necessario, di esperti del settore, anche provenienti dal comparto industriale, selezionati secondo procedure “obiettive e trasparenti”, di gruppi di lavoro, di comitati di studio, sempre coordinati da essa.
La composizione del Consiglio d’Amministrazione dell’Agenzia e del suo Consiglio tecnico-scentifico vengono entrambi snelliti nel numero dei componenti, anch’essi di nomina ministeriale, e ridotti rispettivamente a 5 e 8, inclusi i relativi presidenti.
Non sono previsti emolumenti per partecipazione e/o presenza. I costi di funzionamento del comitato e del relativo ufficio di gestione sono a carico delle amministrazioni d’appartenenza dei suoi componenti, sia permanenti che aggiunti.
La proposta di legge, nella sua attuale forma, presenta un significativo ventaglio di luci ed ombre.
Positiva, essenzialmente, è la definizione chiara dei compiti della commissione che, in tal modo, può svolgere efficacemente le proprie funzioni di definizione degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo delle attività di ricerca e produzione nel settore aerospaziale, del loro coordinamento, della verifica dei risultati ottenuti, di stimolazione alla realizzazione di programmi applicativi di interesse nazionale, di promozione della formazione e della crescita delle conoscenze.
Positivo, ancora, è la particolare attenzione che la Commissione dovrà avere nell’indirizzare e supportare la Piccola e Media Impresa operante nel settore.
Di particolare interesse, infine, la funzione di valutazione dei risultati e delle ricadute dei programmi pluriennali.
La legge, cosi come scritta, tuttavia presenta delle aree grigie che potrebbero limitarne il corretto funzionamento.
Il Comitato ed il suo presidente sono di carattere esclusivamente politico e, pertanto, il suo funzionamento sarà condizionato da aspetti legati ad interessi che se restassero nel chiuso della classe politica, escludendo stakeolders e portatori d’interessi generali, creerebbero condizioni di rigetto da parte del mondo delle imprese, della Ricerca, delle Università e dell’associazionismo.  Legittimi i dubbi che gli interessi delle parti politiche  non sempre collimano con le reali ed oggettive esigenze scientifiche, tecnologiche, economiche specifiche del settore. La presenza nel Comitato “permanente”, quale componente tecnico-scientifica, del solo rappresentante ASI, indica una predominante attenzione al solo Comparto Spaziale ed al relativo indotto, trascurando tutto il mondo dell’Aeronautica che dello spazio è materia fondante. Questa sensazione prende consistenza nella lettura dei vari articoli e commi della legge dove ci si riferisce esclusivamente ad attività del comparto spaziale.
Inoltre, la sua stessa struttura, di carattere essenzialmente Politico-Ministeriale, rende instabile il suo funzionamento in relazione al mantenimento nel tempo delle politiche e degli obiettivi strategici e all’attuazione delle relative strategie di realizzazione.
Fermo restante l’aspetto positivo di indirizzo e coordinamento e d’integrazione delle attività, non vengono indicati i criteri e le modalità operative da utilizzare nell’espletamento dei compiti del Comitato. Il rischio, in rapporto alla complessità delle tematiche del settore e alle competenze disponibili negli organi ministeriali, è di avere dei processi lenti e quindi inefficaci nella definizione del quadro di riferimento e nell’individuazione delle priorità d’investimento.
Mentre risultano ben identificate le incombenze e le relazioni nell’ambito delle attività tipicamente spaziali, occorre fare un’operazione di “estrapolazione concettuale” per considerare le implicazioni in ambito aeronautico. L’assenza del CIRA dal comitato “permanente” limita significativamente l’operatività del comitato in tale ambito.
Lo stesso coordinamento tecnico delle attività del Comitato affidato all’ASI, pone dei vincoli all’estensione all’ambito aeronautico delle funzioni di identificazione e definizione dei programmi delle linee guida di sviluppo strategico dell’aeronautica in generale.
In conclusione, per avere un efficace strumento di sviluppo e gestione dell’intero settore Aerospaziale (che includa anche l’Aeronautica), occorrerà, a nostro avviso, intervenire, nella prossima lettura della legge al Senato, nell’approfondimento di questi aspetti.