Aerospazio – Parlamento Europeo, bocciata candidata francese alla commissione Industria Aerospazio e Difesa

Respinta la proposta francese di Sylvie Goulard alla gestione del Mercato e all’industria della Difesa e dello Spazio.

La candidata non ha passato il test dell’Europarlamento: 82  sono stati i no contro 29 sì.

La bocciatura della candidata di Macron è chiaramente espressione del disappunto di molti parlamentari europei per il ruolo che il Governo francese intende avere nella gestione dei fondi e sulle decisioni europee sulle politiche dell’Aerospazio e Difesa.

In queste ore è arrivata la risposta alla domanda perchè da qualche anno in Europa e nelle aree “fragili dell’opinione pubblica”, come l’Italia, sono proliferate iniziative di comunicazione web e cartacee sull’aerospazio, alcune spudoratamente finanziate per sostenere palesi interessi di lobby politiche ed economiche: la partita sull’Aerospazio e Difesa è sempre più decisiva per i futuri equilibri dell’Europa e per le economie dei vari paesi della Comunità.

Contro la candidatura Goulard – sostengono autorevoli fonti – hanno votato il Ppe, i Verdi, la sinistra del Gue e i sovranisti. Diviso il gruppo dei socialisti, per la Goulard ha votato solo il gruppo ‘Renew Europe’.

La Goulard dopo essere stata nel primi anni 2000 consigliera politica dell’allora presidente della Commissione europea Romano Prodi, è stata europarlamentare per il partito centrista francese e ha aderito nel 2016 al movimento La République En Marche di Macron, nel maggio 2017 è stata ministro della Difesa nel Governo di Edouard Philippe.

Dall’incarico fu costretta a dimettersi un mese più tardi, il 20 giugno 2017, in seguito all’inchiesta sul presunto abuso di pagamenti agli assistenti del Parlamento europeo. Il 17 gennaio 2018 è nominata vice governatore della Banca di Francia, in sostituzione di Anne Le Lorier.

Furioso l’Eliseo per la bocciatura della sua candidatura alla Commissione: Goulard è stata “oggetto di un gioco politico che tocca la Commissione Ue nel suo insieme”. “Il presidente Macron discuterà con la presidente von der Leyen “per esaminare il seguito da dare, nel rispetto del portafoglio attribuito alla Francia”, prosegue la nota della presidenza francese.

E’ evidente che il voto dei commissari esprime un giudizio severo per la proposta di una candidata che è sotto indagine in Francia e all’Olaf (l’organismo di lotta alle frodi dell’Ue) per l’uso di fondi dell’Europarlamento,  inoltre, la Goulard è sotto pressione per aver lavorato come consulente al Berggruen Institute. Si tratterebbe di un ente privato che “sviluppa idee per dare forma alle istituzioni  politiche e sociali”, fondato dall’investitore multimiliardario e filantropo Nicolas Berggruen. “Per 27 mesi in totale al think-tank, la Goulard – ha scritto Liberation – ha incassato fra i 324.000 e i 350.000 euro, che si aggiungevano agli 8.700 euro mensili del suo stipendio da eurodeputata”.

Al Berggruen collaborano fra gli altri Jacques Delors, Tony Blair, Mario Monti, Alain Minc, Jean Pisani-Ferry, Pascal Lamy e molti altri “intellettuali”  europei, la Goulard ha avuto il compito di “partecipare all’organizzazione di conferenze a Parigi e Madrid, di una tavola rotonda a Bruxelles e di altre riunioni”, preparando “rapporti” e “note di lavoro”.

Con stile esce invece di scena madame Goulard: “Prendo atto della decisione del Parlamento europeo nel rispetto della democrazia. Ringrazio il presidente della Repubblica e Ursula von der Leyen per la loro fiducia e tutti i deputati che hanno votato per me”.