Emilia Romagna, decolla la filiera dell’aerospazio

Nasce il progetto “Fly.ER”della Regione Emilia-Romagna per una nuova “value chain” dedicata ad aeronautica e aerospazio all’interno del Clust-ER meccatronica e motoristica.

Il seminario FlyE-R, Aeronautica e Spazio in Emilia-Romagna – Ricerca e Formazione è stato promosso lo scorso luglio dall’Università di Bologna, in collaborazione con Aster (società consortile emiliano-romagnola per l’innovazione e il trasferimento tecnologico) e con il contributo di Ser.In.Ar (società consortile per azioni per la promozione e la realizzazione di servizi integrati dell’area provinciale forlivese e cesenate).

L’evento a cui ha partecipato Marcello Onofri, Presidente del CTNA – Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio del MIUR, si è tenuto presso il Tecnopolo di Forlì-Cesena, nella Rocca delle Caminate, a Meldola e ha visto un serrato confronto tra gli stakeholders  per definire i contenuti di una partnership strategica territoriale nel comparto dell’aerospazio che consenta al comparo di assumere ruoli di maggiore rilievo in ambito regionale, nazionale ed europeo.

In Emilia nel 2011 si costituì  IR4i,   il primo cluster aerospaziale della regione che oggi raggruppa una trentina d’imprese,  ma finora ha portato a pochi risultati concreti. Più recente la nascita di Anser (Aeronautics and space in Emilia-Romagna) che invece è l’associazione di una decina di aziende, capitanata da Curti Spa, l’unica industria della regione con un proprio prodotto finito, l’elicottero made in Romagna, un biposto in fibra di carbonio, in concorrenza diretta con gli americani di Robinson.

L’Emilia con un’ottantina di imprese per 4.500 dipendenti e 850 milioni di euro di fatturato punta sul distretto aerospaziale per superare la frammentazione e il nanismo del comparto industriale. Obiettivo delle istituzioni regionali è aprire spazi importanti di business e di occupazione anche lungo la via Emilia con una visibilità nazionale e uno spazio alle imprese in un mercato globale sempre più competitivo.

Una road map per realizzare un distretto inclusivo, fare squadra con una vision condivisa e  partire dai progetti vincenti e qualificati per accedere agli ingenti finanziamenti messi in pista dall’Europa per il settore aerospace con Horizon 2020 ( 1.425 milioni di euro). Mettere a sistema quanto già esiste tra atenei, imprese e centri di ricerca e consolidare una nuova partnership strategica territoriale con l’obiettivo di giocare un ruolo di maggior prestigio in ambito nazionale e comunitario, spingendo innovazione e competitività della filiera regionale.

Il territorio è ricco di significative preesistenze e le condizioni per  lo sviluppo del comparto spaziale ci sono tutte, a partire dalla valorizzazione del tecnopolo forlivese di Meldola-Predappio, valorizzando il laboratorio Ciclope e rilanciare il polo come sede di una International Academy sulle tecnologie aerospaziali.

Forlì è oggi un polo gravitazionale importante nel panorama della ricerca pubblica nazionale sia per formazione sia per innovazione nell’aerospaziale e la Regione ha recentemente investito 10 milioni di euro tra attrezzature e programmi di ricerca (nel tecnopolo lavorano oltre 50 ricercatori). Qui operano strutture tecnologiche d’avanguardia come l’istituto superiore tecnico aeronautico Itaer; la scuola per controllori di volo “Enav Academy”; la sezione di Ingegneria Meccanica e aerospaziale dell’Alma Mater; e il nuovo tunnel del vento da 120 metri nella ex fabbrica Caproni di Predappio, una piattaforma sperimentale unica in Europa per lo studio delle turbolenze. C’è pure un aeroporto come il Ridolfi (dotato di una delle piste più lunghe in Italia) in cerca di ruolo, dopo essere stato depennato dalla lista degli scali nazionali, inattivo da quasi cinque anni.

Al distretto manca un big a fare da capofila, ma l’esperienza in Campania ha dimostrato che la presenza nel distretto di un player come Leonardo è sicuramente garanzia di rappresentatività ma non necessariamente di capacità di governance e di sviluppo per le imprese medie e piccole.