Grecia, confermato l’ordine di 18 Rafale. Perchè Atene ha scelto i velivoli francesi?

Ministro Difesa greco

Il Governo ellenico rinnova  la forza aerea militare e trova nella Francia di Emmanuel Macron il pricipale alleato nella crisi con la Turchia di Recep Tayyip Erdoğan.

Eppure era dal lontano 1999 che il governo greco aveva selezionato 60 (+ 30 opzioni) Typhoon per sostituire i suoi vecchi aerei da combattimento. L’ordine fu posposto a causa di vincoli di bilancio, in gran parte causati da quelle che erano le necessità di coprire il costo delle Olimpiadi estive del 2004. Nel giugno del 2006 il governo aveva confermato la decisione e annunciato un piano di acquisizione di € 22 miliardi destinati per l’acquisto di un caccia di nuova generazione nel corso dei successivi 10 anni.

Tuttavia la crisi economica bloccò qualsiasi tentativo di ammodernamento e le uniche acquisizioni significative dal 2001 ad oggi sono state 8 C-27J (2003) e 30 F-16 (2005).

Il 12 settembre 2020 è stato ufficialmente comunicato l’avvio delle trattative con la Francia per 18 aerei da combattimento Rafale, (6-8 dei quali sono nuovi  e 10-12 usati ex Armée de l’Air).

La Grecia è il primo cliente europeo di Dassault Aviation che, a parte l’aviazione francese, ha venduto esemplari di Rafale all’Egitto (24), Qatar (36) e India (36).

Il presidente e amministratore delegato di Dassault, Eric Trappier,  ha dichiarato che “l’azienda francese è pienamente mobilitata per soddisfare le esigenze operative espresse dalla forza aerea greca, e quindi contribuire a garantire la sovranità della Grecia e la sicurezza del popolo greco“.

Le accresciute tensioni con la Turchia,  la crisi economica della Grecia e il ruolo avuto in quella tragica vicenda dalle istituzioni dell’Europa e dalla Germania, anche quello non ufficiale reso pubblico da Gianīs Varoufakīs  e dal film Adults in the Room di Costa-Gavras, hanno avuto un peso nelle decisioni del governo greco e nell’impatto contenuto sull’opinione pubblica di importanti spese militari in un paese stressato dai debiti internazionali e dalla crisi economica prodotta dalla pandemia del  Coronavirus.

Nonostante la virata di Ursula von der Leyen delle politiche europee, la Grecia teme  – nella crisi con la Turchia –  di essere ancora una volta abbandonata dagli altri paesi europei, che sono da sempre concentrati sui loro interessi e interessati alle loro faccende domestiche o di cortile.

Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, il 12 settembre a Salonicco ha presentato un piano di ammodernamento che prevede l’acquisizione dei nuovi caccia francesi, l’aggiornamento di parte dei Mirage 2000,  armament anticarro per l’esercito, siluri per la Marina,  missili  per la Forza Aerea, quattro fregate Meko 200, prodotte dalla tedesca ThyssenKrupp Marine Systems (invece di due fregate di classe Belharra dalla francese Naval Group, come nell’ottobre 2019 aveva annunciato  con la firma di una lettera di intenti) che in passato aveva fornito quattro navi più vecchie che la Grecia ora intenderebbe aggiornare.

 Se confermata, quest’ultima notizia avvalorerebbe la tesi che la Germania per la forte immigrazione  turca resterà pure lontana dalle tensioni geopolitiche nell’Egeo,  ma non è disposta a cedere affari  a nessuno, tantomeno ai francesi.

L’industria italiana e il nostro Paese sono ormai sempre più ‘periferia dell’impero’, al netto delle inutili conferenze sull’immigrazione e dei tentativi falliti di mediazione tra le fazioni in guerra, e dopo la missione di pace in Libano, le tragedie della ‘Primavera araba”  e  le “affinità elettiva” tra Berlusconi e Erdogan, l’Italia è praticamente azzerata sullo scenario della politica della sponda sud del Mediterraneo.

La crisi greco turco nell’Egeo si ripropone in uno scenario di forte tensione e di riposizionamento geopolitico di paesi fondamentali di quell’area, e la superiorità aerea  gioca un ruolo decisivo della ricomposizione dei nuovi equilibri.

Dei paesi europei solo la Francia e la nuova politica estera di Macron sono in campo,  nonostante i gravissimi, se non colpevoli, errori di Nicolas Sarkozy, proprio nel bacino del Mediterraneo.

La flotta da combattimento greca schiera attualmente oltre 150 F-16 (85 dei quali in aggiornamento allo standard F-16V Block 72 dotato del radar AESA Northrop Grumman AN/APG-83 , un nuovo computer di missione Raytheon, un Datalink Link 16, display moderni nel cockpit, un sistema di guerra elettronica avanzato e un sistema di anticollisione a terra)  e 36 Mirage 2000 (di cui 19 ammodernati allo standard Mirage 2000-5), tutti con età media tra I 20 e 25 anni.
Nell’aprile 2019, il ministro della Difesa greco, Evangelos Apostolakis ha affermato che il paese stava valutando l’acquisizione di un massimo di 30 Lockheed F-35 per sostituire i più vecchi F-16 dell’aviazione.

Poi l’ordine dei 18 Rafale a  Dassault Aviation.