Starliner. Il caso del fallimento della capsula di Boeing non è ancora chiuso

7 Febbraio 2020, ore 3:30 p.m. EST, 21:30 ore locali si è tenuta una conferenza stampa per disquisire delle ultime nuove riguardante il caso Starliner. Ripercorriamo le tappe principali che avevano visto protagonista il nuovo lanciatore che ha realizzato il sogno degli appassionati di aerospazio: crossover tra NASA e Boeing.

Avevamo assistito il 20 Dicembre (https://www.aeropolis.it/tempi-neri-per-boeing-problemi-con-la-navicella-starliner-che-pero-rientra-con-successo-nel-new-mexico/) al fallimento della missione Starliner, dal momento che a causa di un timer di bordo settato male aveva fatto consumare molto più carburante del dovuto. Starliner non era riuscita ad attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale e solo grazie ad una manovra manuale dal centro di controllo di Houston si era riusciti a portare la navicella in un’orbita stabile per poi permettere il rientro in atmosfera, l’atterraggio e uno studio più approfondito del problema.

Come possiamo ben immaginare il clima della conferenza stampa di ieri era particolarmente acceso e ha visto rivelazioni “scottanti” da parte di Boeing, con non poco imbarazzo di casa NASA!

I presenti :

  • Amministratore della NASA Jim Bridenstine
  • Jim Chilton, vicepresidente senior, Boeing Space and Launch
  • Douglas Loverro, amministratore associato, direzione della missione di esplorazione umana e operazioni della NASA 
  • Kathy Lueders, responsabile del programma, Commercial Crew Program della NASA
  • John Mulholland, vicepresidente e responsabile del programma, il programma Starliner CST-100 di Boeing

Nonostante le indagini siano in corso, l’errore del timer di bordo ha evidenziato problemi ben peggiori che altrimenti sarebbero stati silenti fino al momento in cui l’errore a livello software avrebbe potuto provocare lo scontro tra modulo di servizio e quello di comando, una volta separati durante la fase del rientro.

A lasciarsi andare a queste confessioni Jim Chilton, che ha affermato di non dover mai avere paura della verità: “Never, never, never be afraid of the truth” ha sentenziato alla fine della conferenza, nonostante questa rivelazione non abbia fatto fare i salti di gioia ai dirigenti NASA, secondo cui probabilmente vige la legge del “I panni sporchi si lavano in famiglia”!

È stato detto che si cercherà di terminare le indagini per la fine di febbraio, ma ci rendiamo conto che il controllo di circa un milione di stringhe di codice, per trovare errori e imperfezioni richiedono comunque attenzione e soprattutto tempo.

Non ci resta che attendere gli ulteriori sviluppi, augurandoci una pronta “guarigione” di casa Boeing che ultimamente tra problemi di stampo aeronautico e spaziale sembra non passarsela proprio bene!

Vittoria Di Palma