Coronavirus – Il punto sui primi impatti sul mercato aeronautico

Sebbene siamo ancora nel pieno dell’emergenza, c’è già chi comincia a delineare gli effetti che il COVID-19 avrà sul comparto aerospaziale mondiale.

Le stime dell’IATA (International Air Transport Association) – che lo scorso 5 marzo aveva previsto per il 2020 perdite per le aerolinee tra 63 e 113 miliardi di dollari – sono state aggiornate a metà aprile ed ora il calo previsto è del 55% rispetto al 2019 e le perdite nel 2020 ammonterebbero a 314  miliardi di dollari (di cui 89 nella sola Europa, con 6,7 milioni di posti di lavoro a rischio). Il calo del traffico attuale tiene conto delle restrizioni agli spostamenti imposte dai governi (agli inizi di aprile si registra una contrazione dei voli pari all’80%) e quello previsto nel corso dell’anno alla crisi economica scatenata dal virus.

Sempre l’IATA chiede ai governi di sostenere l’industria del trasporto aereo attraverso azioni tese ad assicurare la sicurezza dei lavoratori del comparto, di passeggeri ed equipaggi e fornire adeguati strumenti finanziari.

Già si prospettano nuove soluzioni per il layout interno dei velivoli da trasporto. l’Italiana Aviointeriors propone due diverse soluzioni:

  • Poltrona Janus con l’inversione della posizione del posto centrale della tripla proprio per garantire il massimo isolamento tra i passeggeri seduti accanto l’uno all’altro
  • Kit “Glassafe” realizzato in materiale trasparente che può essere installato sulle poltrone attualmente esistenti per rendere più sicura la convivenza tra passeggeri che condividono il medesimo ambiente di viaggio.
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La HAECO Cabin Solutions statunitense (ma l’azienda è cinese) propone di trasportare passeggeri e merci insieme nella cabina principale, distribuendoli in modo alternato in modo da distanziare le persone e far fronte all’incremento della domanda cargo.

Dal loro canto i grandi produttori di velivoli commerciali Airbus e Boeing  sono già stati costretti a ridimensionare le consegne o per la sospensione di alcune linee produttive, o per l’impossibilità di consegnare i mezzi già prodotti, e sconteranno nei loro risultati del primo trimestre significative perdite. Non così, invece, per chi opera prevalentemente nel militare: Lockheed Martin ha già reso noto i risultati del primo trimestre con un incremento di ricavi e margini rispetto allo scorso anno.

Anche gli analisti di mercato cercano di quantificare gli impatti del coronavirus sull’industria aeronautica.  Richard Aboulafia di Teal Group stima per il 2020 un calo in valore della domanda totale di velivoli di almeno il 12% (-16%  i civili, stabile i militari). I segmenti maggiormente colpiti sarebbero i wide body, i business a/c ed i regionali.

La crisi in campo civile si protrarrebbe fino al 2022 ed i ritmi produttivi pre-coronavirus riprenderebbero intorno al 2025.