Il sistema aeroportuale di Napoli e Salerno / Aeropolis

Il Piano Industriale di GESAC: integrazione degli scali e importanti investimenti per lo scalo di Costa d’Amalfi.

Il progetto industriale di GESAC per gli scali di Napoli e Salerno è in un documento presentato in Regione Campania classificato «riservato e strettamente confidenziale». Delle anticipazioni diffuse sul Web, si rileva che il progetto di un integrato sistema aeroportuale campano si presenta come un dossier non semplice e soprattutto costoso considerando che quello di Salerno – Costa d’Amalfi è ancora poco più di uno scalo fantasma.  E’ dal 2005 che la pubblica amministrazione investe nel nuovo aeroporto salernitano con oltre 23 milioni di euro arrivati nelle casse della società di gestione e benché la Regione Campania abbia provveduto di recente a stanziare altri 2,8 milioni di euro.

Il piano di GESAC parte dalla premessa che sebbene il turismo e la mobilità in Campania registri un boom straordinario dopo decenni di stagnazione gli scali aeroportuali hanno «un potenziale di crescita ancora inespresso».

Lo sviluppo del traffico aereo campano continuerà nei prossimi anni perché è notevolmente aumentato nei viaggiatori internazionali l’interesse a visitare le località turistiche della Campania. Un risultato importante perché conseguito nonostante i ritardi nei trasporti terrestri e marittimi e la difficile accessibilità di alcune destinazioni del Cilento.

Inoltre, «In Campania la propensione al volo dei residenti è la più bassa d’Italia (1,2 passeggeri-residenti contro oltre il doppio dei cittadini di altre regioni), per cui è prevedibile anche una significativa crescita della mobilità di passeggeri campani verso altre destinazioni».

Unificare la gestione dell’aeroporto di Capodichino e di quello di Salerno – Costa d’Amalfi è la premessa per sviluppare il potenziale dell’industria turistica e facilitare la mobilità internazionale di cittadini e imprese.

Se Capodichino da alcuni anni registra investimenti e dati di traffico da record, per attrezzare il Costa d’Amalfi ad intercettare una domanda di turismo di lusso dei Business jet e quello dei voli charter e raggiungere una capacità di 3,5 milioni di passeggeri, sono necessari 4 anni e 120 milioni di fondi pubblici.

Per una concreta integrazione del sistema regionale aeroportuale è necessario:

  1. a) trasferire a Salerno «rotte di traffico nazionali e internazionali presenti a Napoli »;
  2. b) estendere alla Gesac la «concessione per la gestione dello scalo di Pontecagnano per allinearla almeno a quella di Napoli Capodichino (2043)»;
  3. c) avviare la «realizzazione dei lavori infrastrutturali per migliorare l’accessibilità degli scali di Napoli e Costa d’Amalfi (20 milioni di euro per la rete stradale di Costa d’Amalfi e 5 milioni per Napoli)»;
  4. d) attivare «investimenti post start-up necessari per il massimo sviluppo del Costa d’Amalfi (122 milioni di euro) a carico della società di gestione»;
  5. e) «Decreto di ripartizione del traffico»;
  6. f) «Società di gestione unica dal 2018 in grado di assorbire le perdite durante i primi anni di attività del Costa d’Amalfi (circa 10 milioni di euro)»;
  7. g) «Programma d’incentivi per i vettori allo start-up di Costa d’Amalfi».

Tuttavia, prima è necessario espropriare 480 mila metri quadrati di terreno e ampliare la pista di volo di 2200 metri.

L’avvio dei lavori per l’ampliamento della pista è fissato nel 2018, è possibile per l’anno prossimo ipotizzare anche parte del trasferimento dell’aviazione generale. Da completare, però, nel 2020. Mentre l’avvio dell’operatività della aviazione commerciale è fissato per il 2022. «Le ipotesi di sviluppo infrastrutturale — scrive GESAC — prevedono investimenti pari a 120 milioni di euro» a fronte di una proiezione di crescita, entro i prossimi 25 anni, «di 9 milioni di passeggeri l’anno» in Campania (rispetto agli attuali 8,4 milioni), «di cui 5,5 milioni a Salerno» e «12 milioni a Napoli».