La crisi industriale e occupazionale di Dema è una delle vicende che rende palese la dimensione dell’incapacità della classe dirigente campana che ha gestito le politiche industriali del comparto negli ultimi venti anni.
Ha ragione la consigliera regionale della Campania Valeria Ciarambino a difendere il futuro di 670 lavoratori del gruppo, ma è necessario anche ricordare che le istituzioni campane e il DAC, per convenienza e incapacità, hanno volutamente ignorato, quando era possibile e necessario porre rimedio, quali sarebbero state le conseguenze per le aziende regionali della rinunzia allo sviluppo di un nuovo velivolo turboelica successore di ATR da parte di Finmeccanica e poi Leonardo.
Il DAC, il distretto aerospaziale campano, presieduto da Luigi Carrino che è anche consulente del Presidente Vincenzo De Luca, negli anni passati, avrebbe dovuto rappresentare anche gli interessi del territorio, invece ha sistematicamente accettato, per convenienza o inadeguatezza e incompetenza, le decisioni industriali del gruppo Finmeccanica e poi Leonardo. Anche quando quelle decisioni avrebbero chiaramente penalizzato il comparto campano e la supply chain regionale.
La vicenda Dema è una dei tanti danni collaterali di quella “distrazione”.
Non ricostruiremo le vicende di Dema, ci basta ricordare che ruolo “propulsore” della crescita esponenziale dell’azienda, lo ebbero dal 2005 al 2009 Andrea Cozzolino e Antonio Perfetti. Il primo era assessore regionale campano all’Agricoltura e alle Attività Produttive e Perfetti, negli stessi anni, ricopriva l’incarico di Direttore Generale di Alenia Aeronautica.
Quelli erano anni di flussi di finanziamenti pubblici e bancari, di rosee prospettive del comparto aeronautico e il gruppo privato Dema, in un “cono di luce” cresceva forse anche troppo velocemente.
Oggi l’azienda ha 670 dipendenti ma è controllato dal fondo Mediobanca-Bybrook, lo stesso approdo cui sono rifluite anche altre aziende campane dell’industria aeronautica che solo dai fondi finanziari ottengono i capitali necessari per immaginare nuove prospettive industriali.
Sulla crisi degli stabilimenti Dema di Somma Vesuviana e Paolisi, e all’indomani dell’infruttuoso vertice al ministero delle Imprese tra sindacati e vertici aziendali la consigliera regionale della Campania Valeria Ciarambino afferma in una nota che “la decisione di ridimensionare notevolmente il polo produttivo aerospaziale rappresenta l’ennesimo schiaffo alla Campania in un momento in cui è necessario, invece, sviluppare un piano di rilancio e sviluppo del settore, da sempre fiore all’occhiello del Paese, visto anche lo scenario di un mercato in ripresa“. “È indispensabile, e mi auguro bipartisan, il sostegno delle istituzioni regionali verso queste centinaia di lavoratori che vedono il loro futuro stroncato da decisioni scellerate e previsioni miope di un management che antepone il profitto alla salvaguardia umana e professionale di donne e uomini che da sempre contribuiscono a far sì che Dema sia un polo attrattivo nel comparto aerospaziale”. “La Campania – sottolinea la nota di Ciarambino – ha già subito troppi scippi industriali e non può permettersi di perdere un’azienda importante e strategica come Dema“.