Atitech la vertenza ancora in alto mare, incerto il futuro del gruppo industriale che aderisce al DAC campano

Si è svolta ieri a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, la riunione prevista tra Governo, Regione, sindacati e azienda per trovare una soluzione alla crisi industriale e finanziaria di Atitech.

La stampa nazionale ha dato evidenza alla notizia che la richiesta di Atitech di aderire al DAC è stata accolta dal Distretto aerospaziale campano presieduto dal prof. Luigi Carrino, anche se l’azienda a Roma chiede tempi rapidi e certi a Governo e Regione Campania per l’assegnazione degli ammortizzatori sociali e dei finanziamenti promessi, altrimenti avvierà licenziamenti collettivi perchè in gravissima crisi di liquidità e di prospettive per il futuro.

L’incontro al MISE, si legge in una nota unitaria dei rappresentanti dei lavoratori, non ha prodotto nulla di nuovo ed è stata programmata una prossima riunione per il giorno 21 settembre.

Nel corso della discussione i rappresentanti del Governo e quelli della Regione Campania hanno confermato gli impegni di assegnare all’azienda quei fondi per i programmi formativi già svolti in passato, ma è necessario, è stato sostenuto dai rappresentanti delle istituzioni, attendere l’esito dell’istruttoria e il completamento degli iter burocratici. Anche dal versante degli ammortizzatori sociali l’ulteriore periodo di cassa integrazione chiesto da Atitech dovrà essere riconosciuto dalla Commissione Interministeriale solo dopo la verifica dei requisiti previsti dalle recenti normative.

Lo scenario non rassicura i sindacalisti che temono l’avvio unilaterale della procedura di mobilità da parte di un’azienda che sostiene di non poter reggere a lunghi slittamenti.

I rappresentanti di lavoratori temono che la crisi finanziaria e industriale del gruppo potrebbe avere raggiunto il punto di non ritorno e sollecitano gli interventi urgenti promessi da governo e regione “per conservare la stabilità industriale e finanziaria dell’impresa e per garantire la stabilità occupazionale” ma confermano la sfiducia nelle capacità dell’azienda di “elaborare un piano industriale concreto e credibile, articolato su investimenti necessari per il rilancio dei suoi asset specifici nel settore delle manutenzioni aeronautiche e dell’impresa nel suo insieme”.