Coronavirus Aerospazio – Nessun accordo tra Leonardo e sindacati

Alessandro Profumo: «Tecnologia e sicurezza nazionale, Leonardo non si può fermare»

Nella giornata di ieri e dopo un lungo confronto con le organizzazioni dei lavoratori, il Governo ha rivisto la lista e ridotto significativamente le aziende che possono continuare a operare.

Per le aziende del comparto aerospaziale il sindacato aveva fatto espliciti riferimenti a che fosse rivista la decisione di consentire la produzione a tutte le aziende e a tutte le tipologie di produzione.

Tensioni tra i lavoratori del gruppo non sono mancate nei giorni scorsi in alcuni stabilimenti di Leonardo, l’azienda aveva tuttavia informato che il 70% delle maestranze erano comunque state presenti al lavoro.

L’Amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo dichiarava che è stato appena siglato un accordo per definire quali sono i settori essenziali… “Seguiamo con attenzione il dibattito che sta toccando anche il nostro settore, polarizzandosi sempre più verso una dicotomia salute-lavoro“. “Noi non faremo mai un compromesso sulla salute, ma penso che non si possa neanche rinunciare al futuro e sia anzi necessario impegnarci sin d’ora per garantire la migliore ripartenza, nel minor tempo possibile, non appena le condizioni lo permetteranno. Credo che dove ci siano le garanzie si debba poter lavorare — anche a regime ridotto — ma senza fermarsi. Già dal 24 febbraio abbiamo sospeso tutte le trasferte nazionali ed internazionali dei dipendenti e dal 27 febbraio abbiamo abilitato lo smart working per tutte le nostre persone che potevano lavorare da remoto e ridotto all’essenziale la presenza nei siti produttivi, iniziando a rendere disponibili sistemi di protezione individuale e creando procedure e processi per ridurre il rischio di contagio”.

“L’aerospazio, difesa e sicurezza è il cuore tecnologico del Paese” e « il cuore può rallentare, anzi, deve, quando la situazione lo richiede, ma non può fermarsi».

Da Torini non tarda ad arrivare la risposta del sindacato, “se Leonardo e Thales intendono riprendere le attività davvero essenziali e utili alle esigenze dei servizi di emergenza sanitaria siamo disponibili a concordare il perimetro di tali attività e gli addetti coinvolti. Non siamo d’accordo su una ripresa generalizzata“.

Il Governo quindi alle sollecitazioni dei sindacati lasciava evidentemente aperta la questione, e secondo i sindacati, demandava alle parti sociali la definizione di una intesa.

Ma non è bastata una lunga riunione tra sindacato e Leonardo per definire un quadro di siti e impianti essenziali da mantenere aperti.

L’azienda – sostiene il sindacato – ha ricevuto esplicite sollecitazioni dal Governo e dal Ministero della Difesa a concordare un accordo in questa direzione.

In un comunicato il sindacato, dopo un lungo confronto con il management, sostiene che l’azienda non ha mostrato disponibilità a “valutare e considerare le esplicite indicazioni del Governo, dei Ministeri e delle Confederazioni sindacali” per cui ” nell’impossibilità di sottoscrivere accordi riteniamo prorogato il Protocollo Nazionale sino alla giornata di venerdì 27“.

Nell’attesa di riprendere nelle prossime settimane il confronto, il sindacato “a fronte delle nuove indicazione Governative e ministeriali di prevedere ulteriori riduzioni delle attività operando esclusivamente verso quelle essenziali, garantendo la possibilità di sospendere le attività nelle prossime due giornate nei siti che non avessero condivise le nuove condizioni determinate tra le giornate di domenica scorsa e di oggi, per garantire il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali e trovare soluzioni concordate” considera che “tutti i lavoratori che si asterranno dal lavoro nelle prossime due giornate SARANNO COPERTI dagli istituti previsti dal precedente Protocollo Nazionale”.