DAC – Aerospazio Campania Il Distretto sceglie la continuità con il passato al rinnovamento

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I soci del distretto tecnologico dell’aerospazio rieleggono presidente per la terza volta Luigi Carrino.

Aeropolis è un’associazione indipendente che si può permettere di proporre ai suoi amici e lettori ilDark Side of the Moondi questa vicenda, una lettura controcorrente in questi giorni anche di eclisse lunare.

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Molti giornali locali riportano il comunicato stampa del DAC con la notizia della rielezione del suo presidente. La nota è lunga è corredata dal curriculum con gli innumerevoli riconoscimenti pubblici ricevuti del presidente pluriconfermato.

Ci sono voluti diversi Cda, la modifica dello Statuto e una lunga e imbarazzante campagna di persuasione, ma alla fine il professore è riuscito a farsi rieleggere presidente del Distretto Tecnologico dell’aerospazio, anche se nei mesi scorsi aveva dichiarato la sua assoluta indisponibilità a coprire quel ruolo.

In Campania il comparto dell’aerospazio per i prossimi anni ha deciso di perseguire quello stesso modello di gestione delle politiche industriali e dei fondi comunitari per la Ricerca e la Formazione. Lo stesso che non ha prodotto sviluppo e lavoro e non ha frenato un progressivo arretramento dell’intero comparto industriale.

Durante gli ultimi 6 anni della presidenza Carrino al Dac, la Campania ha perso importanti e significativi stabilimenti e produzioni delle grandi aziende, posizione di mercato delle PMI, posti di lavoro e ha visto inabissarsi ambiziosi progetti come quello della Manutenzione Aeronautica.

Le responsabilità di questa debacle certamente non sono solo del Dac, tuttavia chi l’ha presieduto ha preferito credere che bastasse accedere e distribuire finanziamenti pubblici, sia regionali sia comunitari, per garantire lo sviluppo delle imprese anche in assenza di una politica e di programmi industriali.

Un errore imperdonabile.  Nessuno glielo aveva chiesto, ma Carrino in questi anni ha preteso di rappresentare la governance nel comparto regionale dell’aerospazio, assumendosi quindi nel bene e nel male le principali responsabilità politiche di questo tracollo che invece ha molti colpevoli.

Chi opera nel settore avrà la sua opinione sul perché il Dac, quando era necessario rappresentare gli interessi generali e difendere gli assett e i programmi industriali che avrebbero consentito un futuro al comparto regionale, non ha posto alcun argine alla deriva prodotta dalle scelte dei player e all’insipienza della classe politica locale.

Di quella stagione di opportunità e delle considerevoli risorse spese in formazione e attività di ricerca e sviluppo, come quelle per il nuovo turboelica regionale che è inabissato nell’oblio, resta l’amarezza per lo sperpero di denaro pubblico, le opportunità perse e il vuoto di prospettiva per l’intero comparto aeronautico campano.

Uno scenario che evidentemente non è condiviso dai soci del DAC che hanno scelto la continuità con questo passato e non hanno individuato per la presidenza una figura nuova, giovane, competente, motivata e indiscutibile.

Il CIRA, che pur si era opposto alla conferma del presidente uscente, avrebbe poi indicato nel Cda, Mario Mustilli, uomo vicino all’ex assessore regionale Amedeo Lepore, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Sviluppo Campania una società in-house della Regione, e consulente del presidente Vincenzo De Luca.

L’altro socio di peso del DAC, il gruppo Leonardo, è solito tenersi distante da simili contesti contorti, e, infatti, ha mantenuto un profilo basso sulla vicenda, lasciando la decisione ai soci locali.

Il presidente Carrino anche se ha un curriculum ricco d’incarichi e riconoscimenti è una figura tipicamente borderline tra l’accademico e il politico, con un profilo che gli ha consentito di passare indenne attraverso le diverse tempeste elettorali. Notoriamente uomo di Teresa Armato ai tempi di Antonio Bassolino, messo in pista tra i manager pubblici, ritorna a Napoli dall’Università di Cassino. Finita quella stagione, lo ritroviamo fedelissimo del presidente Stefano Caldoro e del suo entourage, e alla presidenza del CIRA. Cambia ancora lo scenario e Carrino si gira a guardare altrove avvicinandosi all’ex assessore Amedeo Lepore che lo accredita al nuovo presidente della Regione Vincenzo De Luca.
Poi la vicenda dello scontro con Roberto Battiston presidente dell’ASI e la sua rimozione dal Centro di Capua.
A questo punto gli sponsor istituzionali scaricano il professore, salvo poco dopo ad accorgersi, la Regione Campania, che la visibilità del settore passava per Carrino e in sua assenza, non aveva la benché minima conoscenza del comparto dell’aerospazio regionale che nel RIS3 aveva definito strategico per lo sviluppo dell’economia campana preannunciando almeno 500 milioni di finanziamenti alle imprese, anche se non si sa per fare cosa.

Quando poi ripartono nuove opportunità e bandi nazionali ed europei per la Ricerca la situazione si smuove,  oppure frana.  A questo punto nessuno vuole perdere il treno di quei finanziamenti. In fondo Carrino ha dimostrato di sapere come accedere e distribuire i fondi pubblici, quindi ripartono alla grande le lobby locali, i sodali, gli amici politici, i nani e le ballerine perché il cerchio si richiuda.

Si modifica lo statuto del Dac e si ripesca il professore che garantisce consulenze e finanziamenti pubblici.

Il nuovo presidente del distretto nella sua prima dichiarazione non finisce di sorprendere e fa sua la proposta degli STATI GENERALI del comparto aerospaziale campano.

Vi proponiamo l’articolo che pubblicammo il 14 maggio del 2016 nel quale argomentavamo la proposta di Aeropolis all’allora assessore Amedeo Lepore di convocare gli Stati Generali del comparto aeronautico campano. 

Oggi Carrino: “a breve organizzeremo gli Stati Generali dell’Aerospazio in Campania”, ha dichiarato, sarà ”una giornata di confronto con la politica regionale e nazionale”.

La consigliera regionale M5S Valeria Ciarambino, che due anni fa aveva accolto l’indicazione di Aeropolis la propose al Consiglio Regionale che non ne fece nulla. Confessiamo di essere prevenuti e di aver pensato che Carrino con la proposta degli Stati Generali  si prepara a saltare ancora su un altro cavallo. Magari non sarà così e non ha mai nemmeno parlato del Dac e del comparto aeronautico campano con la consigliera Ciarambino, in tal caso ci scusiamo con il presidente del Dac anche di avere solo ipotizzato un suo progetto di ulteriore cambio di casacca.

Bisognerà che tuttavia qualcuno spieghi a Carrino che gli Stati Generali di un settore strategico come quello dell’aerospazio si convocano per cercare proposte che rappresentino la sintesi degli interessi collettivi, ragion per cui, se l’obiettivo non è un’inutile kermesse, il Governo, istituzioni, imprese e tutti gli stakeholder devono essere convocati da un’istituzione rappresentativa degli interessi pubblici.  Il DAC è una Scarl, una società cooperativa a responsabilità limitata che rappresenta gli interessi dei suoi soci e non quelli generali, e quindi nemmeno quello di tutti gli attori del settore aerospaziale campano.