DAC, si riduce la quota pubblica nel distretto tecnologico campano

Con l’ingresso di nuove imprese nella Scarl, la maggioranza delle quote del DAC passa a soggetti privati. Il nuovo capitale sociale logoPondel DAC è ora riequilibrato rispetto al CdA, in effetti, le quote pubbliche benché fossero state sempre maggioritarie, nel CdA del DAC la componente privata è stata sempre maggioritaria.
Il nuovo capitale sociale è ora costituito per il 43% da Università e Centri di ricerca e per la parte restante dalle Imprese, e corrisponde al 66,44% di capitale privato e 33,56 pubblico.
Il DAC raggruppa 140 soggetti, sono quelli che a diverso titolo hanno partecipato al bando europeo Ricerca Innovazione accedendo a fondi pubblici PON Ricerca e Competitività per oltre cento milioni di euro per la ricerca, per la formazione e  le tecnologie abilitanti per il nuovo velivolo regionale di Finmeccanica.
La decisione di aumentare il capitale di 245 mila euro e di allargare la partecipazione di soggetti privati è stata assunta a dai soci,  che hanno  vagliato le proposte di adesione che sono pervenute. Le aziende che hanno presentato richiesta sono state complessivamente 34, tra queste, 31 l’assemblea dei soci ha ritenuto avessero i requisiti stabiliti per l’allargamento della compagine societaria e l’aumento del capitale sociale.
Tra le aziende e i centri di ricerca accettati ci sono Aerosoft, Aerosekur, C.G.S., I.D.S, Tecno Tessile ADLER e Atitech, l’azienda di Gianni Lettieri partecipa a uno dei progetti del DAC finanziato dalla Comunità Europea come socio del Consorzio CAMA. Tra i centri di ricerca che entrano a far parte del DAC ci sono la Fondazione Formit e Stoà. Entra anche lo spin off dell’Università Federico II, Sophia, supportata da Invitalia.
Soddisfazione per l’ingresso di nuovi soggetti nel DAC è stata espressa da Luigi Carrino, presidente anche del Centro italiano ricerche aerospaziali, “ siamo consapevoli che rappresenti per noi anche una maggiore responsabilità di visione”.