Perché importanti lobby dell’Aerospazio e Difesa italiane puntano su Giuseppe Giordo?
A Londra Aero Vodochody ha annunciato accordi per un totale di 34 addestratori L-39 NG. Il primo con la portoghese SkyTech per la fornitura di 10 velivoli con un’opzione per altri sei, e l’altro con RSW Aviation, fornitore di servizi di training negli Stati Uniti per 12 L-39 NG. Considerando il contratto per 4 velivoli con capacità di light combat ordinati dal Senegal il programma ha un backlog di 38 aerei da consegnare tra il 2020 e il 2022.
La notizia non avrebbe avuto il rilievo che ha avuto anche in Italia se alla guida del gruppo aeronautico ceco Aero Vodochody non ci fosse Giuseppe Giordo.
Già amministratore delegato di Alenia Aermacchi, Giuseppe Giordo, è approdato nel 2016 nella repubblica Ceca, come presidente e ceo di Aero Vodochody.
Il manager aveva lasciato Finmeccanica dopo aver concorso alla guida del gruppo che il Governo decise invece di affidare a Mauro Moretti.
Era prioritario per il Paese recuperare il Gruppo dell’aerospazio e Difesa in grave difficoltà finanziaria e industriale, ma soprattutto era necessario archiviare le pagine controverse delle gestioni di Pier Francesco Guarguaglini e Giuseppe Orsi. Il compito del rilancio, fu detto, non poteva essere affidato a Giordo, che nel bene e nel male aveva condiviso ai massimi livelli di responsabilità la gestione del gruppo.
La decisione quindi di Giordo di approdare in Aero Vodochody con alcuni dei suoi principali collaboratori italiani.
Molti hanno pensato che portasse una dose di amarezza per l’occasione persa, ma lui, anche a noi di Aeropolis, si dichiarava entusiasta della nuava sfida professionale nella Repubblica Ceca.
Poi a marzo 2018 la nomina di Giordo nel consiglio di amministrazione di Sami, il soggetto cui è affidata la gestione industriale dell’aeronautica e della difesa dell’Arabia Saudita.
La nomina confermava agli osservatori, anche italiani, che Giordo pur lasciando Finmeccanica aveva mantenuto importanti relazioni negli Stati Uniti, nel Dipartimento della Difesa e con importanti lobby americane e internazionali.
In Italia si metteva in moto la macchina mediatica.
Negli ultimi anni, nel nostro Paese, fruttando la debolezza del sistema politico e istituzionale, nuove e vecchie lobby dell’aerospazio e difesa hanno investito moltissimo per orientare le scelte politiche e industriali dell’aeronautica civile e militare. Rimaste orfani di riferimenti, dopo le tempeste elettorali e conseguente uscita di scena di ministri e sottosegretari con i quali si erano costruiti solidi rapporti, per molte di queste lobby, e per i poteri deboli e forti del sistema della comunicazione di settore, Giordo si proponeva quindi come concreta possibilità per ricomporre il puzzle del vecchio/nuovo sistema di potere.
Aero Vodochody è una vecchissima azienda ceca mantenuta in vita durante il regime socialista, dopo la caduta del Muro di Berlino è stata venduta alla Boeing che dopo poco la restituì al governo e rimase incerto il suo futuro finchè con l’ingresso del fondo Penta Investments, gruppo finanziario totalmente privato ceco-slovacco, con cinque soci di Praga e Bratislava, l’azienda ripartiva con le attività per aerostrutture, producendo anche per Alenia Aermacchi. Oggi ha meno di 2.000 dipendenti.
Con il programma di rilancio del jet addestratore L-39Ng, versione rimodernata del L-39, progettato nel 1968, Aero Vodochody ha assunto manager italiani e si propone di ritagliarsi uno spazio nel mercato mondiale dei trainer a spese dei concorrenti aerei addestratori di Leonardo.
Tralasciando la storia secolare dell’azienda, Aero Vodochody, oggi è tutto qua.
Perciò ci chiediamo quali sono i motivi che spingono quotidiani, firme e portali web italiani della comunicazione specializzata, a presentare una caricatura di Aero Vodochody, manco fosse Airbus o un grande gruppo mondiale.
In Italia fioccano su Giordo articoli che ne glorificano le competenze e capacità, sicuramente vere, ma perchè per lui interviste e paginate su autorevoli giornali anche generalisti. Fioccano anche inviti in Italia a Campus promossi da vecchi personaggi del potere politico accreditati nel nuovo che avanza, come Vincenzo Scotti, che, stranamente, pensa a lui per una Lectio magistralis in Intelligence e Sicurezza, proprio mentre Alessandro Profumo di Leonardo sta facendo i conti con la vicenda di Andrea Biraghi.
Saranno pure coincidenze, ma noi che siamo tra quelli che ancora si pongono domande, ci chiediamo chi orchestra e perchè quest’operazione mediatica.