L’ipotesi di reato è abuso d’ufficio. La difesa: nessun obbligo di procedura
Nel secondo filone d’indagine sulle presunte irregolarità nel contratto sottoscritto da Aeroporti di Puglia con Ryanair, finiscono
Indagati i vertici di Aeroporti di Puglia per contratto a Ryanair
nel registro degli indagati l’amministratore della società che gestisce gli scali pugliesi Giuseppe Acierno, il direttore generale Marco Franchini e il direttore amministrativo Patrizio Summo. Il reato contestato è quello di abuso d’ufficio. Questi nomi si aggiungono a quello di Domenico Di Paola, l’ex amministratore di Aeroporti di Puglia, al quale la Procura contesta i reati di falso e truffa.
Questa trance delle indagini riguarda la proroga, firmata nel 2014, del primo contratto con la compagnia irlandese, sottoscritto nel 2009 da Di Paola. Secondo la Guardia di Finanza, dalla cui ipotesi investigativa si è aperto il fascicolo coordinato dal sostituto procuratore Luciana Silvestris, per l’assegnazione dei fondi (70 milioni di euro) Aeroporti di Puglia avrebbe dovuto procedere con una procedura a evidenza pubblica, un procedimento in grado di garantire i requisiti della massima trasparenza e partecipazione.
“Per fugare ogni dubbio Adp – recita una nota di Acierno, Franchini e Summo rilasciata nei mesi scorsi a seguito delle polemiche suscitate dalla proroga – reputa necessario chiarire che nessuna disposizione di legge impone ai gestori aeroportuali l’obbligo di selezionare il contraente dei contratti di incentivazione per l’avviamento e lo sviluppo di rotte aeree con gare d’appalto e/o con gare di evidenza pubblica”.