Industria Aeronautica. In Campania 163 milioni di investimenti per 42 posti di lavoro

Leonardo Stabilimenti meridionali

Il Governo assegna fondi per il rilancio di Leonardo in Campania. ~ di Alessandro Profumo avrà risorse pubbliche per gli assett regionali che resteranno comunque esclusi dai nuovi Programmi di Difesa Europei.

Il ministro Giancarlo Giorgetti dopo aver letto il comunicato ufficiale del MISE si sarà posto il problema che 42 nuove assunzioni a Pomigliano D’Arco e Nola, a fronte di 163 milioni d’investimento, sono un risultato non troppo esaltante, e forse meglio avrebbe fatto il suo ufficio stampa a non darne eccessivo risalto.

“Il governo, si legge nel comunicato del MISE, ha autorizzato un accordo di sviluppo per realizzare in Campania un programma d’investimenti nel settore dell’industria aeronautica, presentato dall’azienda Leonardo in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II”.

“Le risorse per finanziare i progetti sono complessivamente pari a 163 milioni di euro, si legge nella nota, e il Ministero dello sviluppo economico mette a disposizione circa 85 milioni di euro di agevolazioni che consentiranno un incremento di 42 nuovi posti di lavoro”.

Considerando le migliaia di posti di lavoro persi dal 2019 nell’indotto campano dell’aeronautica per le politiche industriali di Leonardo, la notizia del MISE ha prodotto non poco disorientamento tra gli imprenditori, sindacati regionali e ci auguriamo anche tra personaggi locali della politica.

E’ tuttavia una buona notizia anche perchè: “si tratta di un accordo che prevede progetti di ricerca e sviluppo sperimentale negli stabilimenti di Pomigliano d’Arco e Nola dove verranno rinnovati gli impianti e i macchinari con tecnologie 4.0, al fine di ampliare le linee produttive e di assemblaggio destinate alla realizzazione della fusoliera del velivolo regionale da trasporto commerciale ATR.

L’obiettivo del Governo e di Leonardo è “creare una fabbrica digitalizzata, che sia resa competitiva dalla virtualizzazione e automatizzazione dei processi e dei prodotti, attraverso l’uso dei Cyber Physical System, dell’Internet of things, dei Big Data, dell’intelligenza artificiale, della robotica e di una gestione intelligente dell’energia. Saranno inoltre sperimentati e sviluppati modelli organizzativi innovativi che garantiranno la centralità del fattore umano nei nuovi processi produttivi”.

Dagli investimenti in ricerca e sviluppo passa il rilancio del “settore aeronautico che è stato tra quelli più penalizzati durante la pandemia“, ha dichiarato il ministro Giancarlo Giorgetti che aggiunge: “Il Mise sostiene investimenti in favore della competitività del territorio campano che può contare su competenze altamente specializzate e un tessuto produttivo all’avanguardia, in cui è presente un’azienda leader del settore come Leonardo in grado di sviluppare sinergie di filiera“.

Il ministro ha ragione da vendere, il denaro del governo finanzierà  l’ampliamento delle linee produttive e di assemblaggio destinate alla realizzazione della fusoliera del velivolo regionale da trasporto commerciale ATR.

Peccato che il programma aeronautico del turboelica sul quale non si è voluto investire quando c’erano le condizioni per fare un velivolo di nuova generazione e creare lavoro per decenni, sconti le conseguenze di mancate decisioni della classe dirigente e del suo management,  e non piazza nuovi ordini da decine di mesi nonostante i numerose aerei costruiti e ancora da consegnare nei piazzali di Tolosa.

Meglio farebbero, Giorgetti e il Governo, nella prospettiva di una Comune Difesa Comune europea a ridefinire con Leonardo il ruolo dell’industria aeronautica nazionale. Il mestiere del governo è profilare uno scenario dove collocare e salvaguardare il futuro degli impianti dell’intero paese, non relegando gli stabilimenti napoletani quelli delle aerostrutture nel perimetro delle produzioni civili che li escluderebbe dai progetti industriali dei prossimi decenni.

E’ troppo chiedere a un Governo di fare il suo mestiere non limitandosi  a distribuire risorse pubbliche alle imprese?