La progettazione delle turbine aeronautiche e dei motori a combustibile liquido in ambito aerospaziale

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PRESENTAZIONI E DOCUMENTAZIONE

Salerno. Ciclo di Seminari 2019 del Dipartimento di Ingegneria Industriale in collaborazione con Aeropolis.

Venerdi scorso, 24 maggio, si è tenuto il workshop al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Salerno.

il primo incontro del nuovo ciclo di eventi organizzati dal Dipartimento e rivolti a studenti, tesisti e dottorandi della facoltà di Ingegneria.
Relatori del Seminario l’Ing. Guido Dhondt di MTU Aero Engines Holding AG, in Italia per una serie di conferenze nell’ambito dei progetti Erasmus, e l’Ing. Michele Ferraiuolo del CIRA di Capua che hanno illustrato le più recenti applicazioni dei tools di calcolo delle deformazioni/tensioni agli elementi finiti, utilizzati nelle rispettive aziende, nello sviluppo e produzione delle parti calde dei motori aeronautici e spaziali (cfr. presentazione del seminario).
Gli interventi sono stati introdotti dal Professore Roberto Citarella, organizzatore degli incontri, e dal Prof. Renato Esposito, del Dipartimento di Ingegneria Industriale, che hanno sottolineato il ruolo di forte complementarietà dei workshop all’attività curriculare, abbracciando questi una vasta gamma di argomenti trattati nei corsi e trattando gli aspetti più squisitamente applicativi delle elaborazioni teoriche oggetto di studio.
Oscar Carrozzo, in rappresentanza di Aeropolis, nel portare i saluti dell’Associazione ai convenuti, ha posto l’accento sull’importanza del completamento della formazione universitaria con l’approfondimento, già in fase scolastica, degli aspetti “Industriali ed Operativi” connessi all’intero ciclo vita del prodotto.
Ed in effetti, nel corso degli interventi è emerso come le valutazioni teoriche, suffragate dalle prove sperimentali, abbiano avuto non solo un ruolo fondamentale nella progettazione dei prodotti ma siano state anche un ausilio sostanziale per la loro produzione, con l’utilizzazione dei tools di calcolo nella verifica dell’integrità della configurazione reale di ogni singola parte prodotta. Pur rallentando, in questo modo, la linea di produzione, si è ottenuto un indubbio aumento dell’affidabilità del prodotto in esercizio tanto più importante, trattandosi di parti soggette ad elevatissimi stress termomeccanici.
L’incontro è stata una buona occasione anche per fare il punto, in generale, sulle iniziative di collaborazione tra Università e Industria svolte a complemento delle attività curriculari universitarie. In particolare, da parte sia degli organizzatori che dei relatori, è stato sottolineato il forte contributo al completamento della formazione dei giovani generato dallo sviluppo di relazioni nazionali ed internazionali fra università ed università e università ed industria (i.e. programmi Erasmus) che hanno consentito lo scambio di informazioni, metodologie, risultati anche attraverso lo svolgimento di corsi, tesi e stages presso le maggiori università ed industrie europee (per restare in ambito “domestico-europeo”). Per non parlare delle attività degli atenei legate alla “terza missione”.
Il che non è poco, dato il forte vento di tempesta che soffia oggi nel continente.