Abbiamo pensato che in tempi di “fake news” è bene non rincorrere notizie non direttamente verificabili, ma dopo l’intervento anche di politici e in attesa di quelle sindacali, riportiamo la inevitabile è furiosa polemica che è seguita alle dichiarazioni del responsabile Divisione Aerostrutture di Leonardo, Alessio Facondo.
Il manager del gruppo ha sostenuto durante un’assemblea con i lavoratori e i manager che nell’impianto di Pomigliano d’Arco, “C’è troppo assenteismo e sono a rischio le commesse di Boeing e Atr”. “Sono in corso – ha anticipato – importanti trattative con Boeing per commesse che potrebbero arrivare a Pomigliano ma senza il recupero di competitività non sarà possibile”.
Un valutazione che non lascia possibilità di diversa interpretazione: la fabbrica di Pomigliano d’Arco è in agonia e la colpa è dei lavoratori assenteisti e demotivati. Forse i problemi non sono solo quelli, ma sconcerta che solo ora il management di Leonardo si sia reso conto delle condizioni critiche dell’impianto napoletano.
Un’altra considerazione è che il management che gestisce le risorse umane e i sindacati dello stabilimento sono praticamente azzerati nel loro ruolo dal confronto diretto che Facondo cerca con i lavoratori. E’ un bene o forse no, saranno i risultati dell’iniziativa di Facondo a dare una risposta, quello che è sicuro è che la delegittimazione dei soggetti abilitati alle relazioni sindacali è un fatto di rilievo per chi conosce le dinamiche che regolano il governo delle fabbriche.
Il capo delle aerostrutture avrebbe sostenuto che quello di Pomigliano è l”impianto più inefficiente del gruppo, assenteismo record, che in certe postazioni raggiunge anche il 50%, e che a causa di una generalizzata carenza di qualità del prodotto sarebbero a rischio le commesse Boeing e Atr.
Del nuovo programma ATR, nemmeno a parlarne perchè non solo non esisterebbe l’intesa per realizzarlo con altri partner, ma, nelle condizioni date dello stabilimento di Pomigliano, sarebbe ben difficile avere le condizioni industriali per realizzare un programma nuovo. “Mi sento di anticipare che il nuovo turboprop non si farà” e “se non ci sarà un partner disposto a investire insieme a Leonardo, il velivolo regionale di nuova generazione salta”.
Interviene tempestivamente con una nota la consigliera regionale di Pomigliano d’Arco Valeria Ciarambino:“Le cause, a nostro avviso, sono ben lontane dall’essere individuate nella presunta negligenza degli operai, come nelle accuse mosse dal responsabile Divisione Aerostrutture dell’azienda, Alessio Facondo, davanti a una platea di lavoratori della fabbrica pomiglianese. Se c’è da rilevare inefficienza, essa va ricercata soprattutto nei livelli organizzativi e nella gestione manageriale di un’azienda che solo a Pomigliano conta circa 3mila lavoratori. Un sito che, al pari di quello di Nola, è già da tempo oggetto di un processo di ridimensionamento, con una riduzione del numero di dirigenti che è oggi pari a un quinto rispetto agli stabilimenti del Nord Italia. Da siti di progettazione e alta ingegneria, inoltre, gli stabilimenti campani di Leonardo sono oggi stati relegati quasi esclusivamente alla produzione di velivoli datati. Oggi a Pomigliano si produce ancora l’Atr, un velivolo considerato avveniristico negli anni Ottanta. Negli ultimi due anni il Movimento 5 Stelle ha presentato due mozioni, approvate all’unanimità, con le quali ha impegnato la Regione Campania ad aprire un tavolo con Governo e dirigenza di Leonardo, con l’obiettivo di sviluppare un piano di investimenti concreti per rilanciare il comparto aeronautico in Campania, portando negli stabilimenti regionali la produzione del nuovo Turbo Prop, così da aumentare i carichi di lavoro e dunque i lavoratori occupati e incrementare una produzione competitiva e di eccellenza”.