L’industria Aeronautica, un Sud sommerso dai luoghi comuni

Pubblichiamo una lettera dell’Ing. Filippo De Luca, le cui riflessioni ci pare, aldilà della storia personale della persona,  propongono una lettura inusuale delle vicende vissute dalle imprese aeronautiche campane.

delucaLa deindustrializzazione dell’economia pare un destino ineluttabile dei territori del Mezzogiorno, la classe dirigente è incapace di porvi un argine benché consapevole che la tenuta futura unitaria dell’intero Paese è inevitabilmente legata alla ripresa dell’economia delle regioni meridionali.  Ritorna periodicamente la questione se i meridionali siano stati sempre sfruttati dal nord o siano stati sempre piagnoni. L’unità d’Italia ha cercato di riportare il Mezzogiorno in Europa o di farne una colonia piemontese?

Ci piace pubblicare questa lettera dell’Ing. Filippo De Luca, resa pubblica da un quotidiano. Per oltre un ventennio De Luca è stato tra i manager protagonisti dalla stagione di crescita e sviluppo dell’industria aeronautica campana.

Guardate che il Sud non è tutto così

Caro Beppe, cari Italians.
Le analisi sul “problema del Mezzogiorno” ormai non si contano. Sono per lo più approssimate. Non fa eccezione quella di Luigi Borzacchini “L’unità d’Italia, il Sud e il capitalismo coloniale” (http://bit.ly/2cP7YMr) cui vorrei pacatamente rispondere. Lo faccio citando il mio caso che, ovviamente, conosco bene, ma potrei citarne a decine che hanno subito simile sorte. Dopo due anni in USA, tornato in Italia, ho lavorato nel Sud e per il Sud. AD Alfa Avio, Direttore centrale Aeritalia (poi Alenia), AD Ansaldo trasporti, EMA, Metronapoli. TUTTE portate in attivo, o in pareggio come nel caso del salvataggio di Ansaldo Trasporti. In breve oltre 100 milioni di euro agli azionisti (i bilanci sono depositati e pubblici). Tra società sviluppate, salvate, lanciate, oltre 20.000 posti di lavoro di avanzata tecnologia (il doppio con l’indotto). Quando una società andava bene, veniva definita “non strategica” e venduta. Dei posti di lavoro indicati ne restano meno della metà, tutti in mano a stranieri. Motori Avio venduta a General Electric, Ansaldo a Hitachi (ha recentemente ottenuto una commessa miliardaria per treni regionali di cui l’Italia in primis ha estremo bisogno), EMA a Rolls-Royce. Cito anche il “caso” Alenia (4,5 Miliardi di euro e 45.000 dipendenti): sede in Napoli, poi a Roma. All’epoca del presidente Orsi, è stata fusa con Aermacchi (150 milioni 1.500 dipendenti) con sede a Varese. Le società citate erano della Finmeccanica, a sua volta controllata dal Ministero del Tesoro. Fino a quando questi non eserciterà una “governance”, stabilendo le linee strategiche per l’industria del Mezzogiorno, i buoni risultati realizzati al sud (ovviamente ce ne sono di pessimi) saranno perduti. Sono certo che questa mia non eviterà altri articoli sulla “classe dirigente” e sulla “società civile” del Sud, cimento letterario oggi tra i più ambiti e abusati. Un caro saluto.