Lo scalo di Capodichino è in ripresa ma decidere presto la vocazione di Salerno

Intervista all’Ing. Gennaro Bronzone a margine del worshop sulle Prospettive del comparto aeronautico campano

Il direttore Aeroportuale della Circoscrizione Campania al Seminario promosso da Aeropolis, Aian e Aidaa interviene sulla situazione degli scali della Regione Campania.

brozoneseminariL’ingegnere Gennaro Bronzone, già professore di Normativa Aeronautica presso il corso di Laurea di Ingegneria Aerospaziale dell’Università di Napoli Federico II, è attualmente il Direttore Aeroportuale della Circoscrizione Campania e sovraintende gli aeroporti di Napoli, Salerno, Benevento e Capua, tutte le avio – superfici e superfici che sono nel nostro territorio oltre che alcune attività di aviazione civile.

Ingegnere, in questo momento come ritiene la situazione generale aeroportuale nella nostra Regione?

Qualcosa deve essere fatto, nel senso che si deve partire con una decisione su Salerno. Oggi abbiamo un aeroporto a Salerno che non ha una vera vocazione. E’necessario prendere una decisione chiara, netta, cosa che ancora non è stata fatta. Per quanto riguarda l’aeroporto di Grazzanise, prendo atto che nel piano nazionale degli aeroporti, che è stato sottoposto dal Ministero dei Trasporti alla Commissione Stato-Regioni, dell’aeroporto di Grazzanise non è stato fatto menzione.

Possibile?

Non è citato.

Nel corso della prima giornata del ciclo di Seminari interdisciplinari di Cultura Aeronautica tenutasi presso la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, ha parlato dell’aeroporto di Capodichino e ha evidenziato che i dati, (decolli, atterraggi, passeggeri) sia dell’anno scorso che in quello in corso sono positivi.

Si, i dati sono positivi, dall’inizio dell’anno il traffico sta andando molto bene. Nei primi tre mesi del 2015, rispetto ai primi tre mesi del 2014, si è avuto un incremento del traffico dell’oltre il 6% che è un incremento molto forte, in termini di passeggeri. Aggiungo che, sempre nell’ambito del piano nazionale degli aeroporti, Napoli Capodichino è stato identificato come tra gli undici aeroporti di interesse strategico per il nostro paese, quindi c’e la netta intenzione di puntare su Napoli.

La riduzione dell’inquinamento atmosferico e del rumore provocati dai velivoli rappresentano oramai un obiettivo sensibile per gli operatori del settore aeronautico. L’aeroporto di Capodichino si trova in una zona ad alta densità di popolazione e ovviamente le criticità causate dall’inquinamento sono molto più accentuate in quella parte del territorio. Le chiedo: le compagnie aeree puntano veramente all’acquisto di velivoli sempre meno inquinanti per contenere il problema dell’impatto ambientale?

Gli aeromobili disponibili sul mercato sono sempre meno inquinanti, cioè la tecnologia viene incontro ai grandi costruttori per la progettazione e realizzazione di questi tipi di aeromobili. Per esempio, un MD-80, progettato verso la metà degli anni ’70 è un velivolo che inquina molto di più rispetto un moderno Airbus o un Boeing. C’e da dire che il numero di movimenti sta aumentando, cosa di non poco conto.

Quale è l’approccio secondo lei?

Ci sono delle norme, esse dicono che la pressione acustica, cioè il rumore, non può andare oltre certi limiti. Noi ci occupiamo anche di controllare che non si vada oltre questi limiti. Oggi a Napoli abbiamo che questi limiti non li superiamo. Ovviamente questo è un limite oggettivo allo sviluppo dell’aeroporto. E’evidente che fra 10-15 anni se non si configura un altro aeroporto, la situazione può complicarsi. Dobbiamo iniziare a pensarci.

In pratica il discorso è che se, ad esempio, in un aeroporto arrivano una ventina di aeromobili, costruendone un altro, è possibile distribuire i velivoli in modo equo?

Esatto.

Ovviamente è necessario definire in quale luogo possa essere realizzato.

Certo, ed è quindi necessario allargare il discorso a Caserta o Salerno. Ma ripeto, questo discorso vale con una proiezione temporale da qui a una decina d’anni, non è oggi impellente.