Lo scenario dell’Era Profumo di Leonardo

Alessandro Profumo Amministratore Delegato di Leonardo

Mauro Moretti difende il suo operato e incassa una bonauscita di oltre 9 milioni,  Giovanni De Gennaro riconfermato presidente (..), Fabrizio Giulianini si dimette e Alessandro Profumo scrive ai dipendenti esaltandone le competenze e la capacità di competere del gruppo.

alessandro_profumo.jpg--Il Consiglio di Amministrazione di Leonardo, riunitosi il 16 maggio a seguito dell’Assemblea degli Azionisti, ha ufficialmente nominato Alessandro Profumo alla carica di Amministratore Delegato (ma non quella di Direttore Generale) ed ha confermato come Presidente Giovanni De Gennaro, così come indicato dal Governo.

“Sono onorato dell’incarico che mi è stato assegnato e ringrazio gli azionisti e il Consiglio di Amministrazione per la fiducia che mi è stata accordata” ha dichiarato Profumo, già capo azienda di Unicredit e ex presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena. “Sono consapevole della grande responsabilità che comporta guidare una realtà come Leonardo, campione dell’alta tecnologia e ai vertici del settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza nel mondo. Leonardo è oggi un’azienda solida, con tutte le caratteristiche necessarie per competere al meglio sui mercati globali rafforzando il posizionamento nei vari settori.”

In una lettere ai dipendenti del gruppo inaugura il nuovo capitolo della società consapevole del suo valore a livello globale: “Leonardo è un gruppo ad alta tecnologia nella manifattura e nell’industria, strategico per l’Italia e per ogni paese in cui opera”, e fiducioso delle capacità delle sue risorse: “Il lavoro portato avanti grazie al contributo di ciascuno di voi ha fatto oggi di Leonardo una realtà sana, efficiente, integrata e ricca di professionalità, di conoscenza e di talento”.

Dopo tre anni di consolidamento gestito da Moretti, a Profumo toccherà affrontare il tema dello sviluppo internazionale con un riorientamento dei mercati di riferimento. Tra l’altro ci sono la definizione del rapporto e la valorizzazione della partnership con Lockheed Martin, soprattutto sul programma F-35, ed il problema dell’integrazione europea della difesa, un fronte su cui il governo italiano punta molto e che sta vivendo in sede comunitaria un’evoluzione considerevole negli ultimi mesi, spinta dall’incertezza generata da Brexit e nuova presidenza USA.

Il predecessore Ing. Mauro Moretti ha cessato il suo rapporto di lavoro il 15 maggio percependo – come riporta un comunicato stampa – un’indennità compensativa e risarcitoria pari a 9.262.000 Euro oltre alle competenze di fine rapporto ed a quanto spettante in relazione ai diritti maturati nell’ambito della partecipazione ai piani di incentivazione a breve e medio-lungo termine. A tale indennità si aggiunge un importo di 180.000 Euro a fronte di rinunce specifiche effettuate dall’Ing. Moretti nell’ambito della risoluzione del rapporto.

“Tre anni fa – ha ricordato agli azionisti Moretti – Finmeccanica era un’azienda impossibile da governare con le tante differenze e disarticolazioni che la caratterizzavano”. Il progetto One Company, il cambio del brand e la riduzione del perimetro hanno permesso di arrivare a “un’azienda moderna e competitiva”. Tre anni fa “il valore di un’azione era 5,60 euro e il Gruppo capitalizzava 3,35 miliardi; l’11 maggio scorso il titolo Leonardo era pari a 15,65 euro con una capitalizzazione di 9,05 miliardi”. Si è trattato di “un lavoro fatto con coraggio, a volte non sempre apprezzato ma a distanza di tre anni, considerando i numeri, difficilmente sbagliato”.

Tuttavia Moretti ha lasciato aperti alcuni dossier, in particolare quello di ATR ed MBDA. Egli ha affermato a più riprese l’intenzione di Leonardo di ottenere il completo controllo di ATR, acquisendo il 50% di Airbus per iniziare lo sviluppo di un aereo successore dell’attuale e salvaguardare l’occupazione in Campania. Per il 50% di ATR, Moretti ha fatto capire di essere stato orientato a cedere (tutta o parzialmente) la quota del 25% di Leonardo in MBDA, ma l’ipotesi, allo stato attuale, non ha incontrato particolari simpatie al Ministero della Difesa intenzionato a non perdere una realtà strategica come MBDA. Inoltre considerando che il 90% dei dipendenti ATR è francese – secondo alcuni commentatori – l’uscita della quota francese rischierebbe di perdere buona parte della rete commerciale fortemente legata a Airbus.
Sul dossier ATR aspettiamo le novità che verranno dal confronto tra Regione Campania e il nuovo Amministratore Delegato di Leonardo come auspicato  nella mozione unitaria votata in Consiglio Regionale e, come più volte ha sostenuto l’assessore Amedeo Lepore, è prevista tra le istituzioni campane e il nuovo management del gruppo dell’Aerospazio e Difesa..

Altro dossier aperto è quello del settore spazio in cui Leonardo collabora con Thales nella cosiddetta Space Alliance composta da Thales Alenia Space (costruzione dei satelliti, di cui Leonardo ha una quota del 33%) e Telespazio (servizi satellitari, 67%). Mauro Moretti ha spesso dichiarato di voler pareggiare le quote in entrambe le aziende, ma la maggioranza di Telespazio non copre il corrispettivo in Thales Alenia Space, e sarebbe necessario un esborso di capitale (sempre se i francesi siano d’accordo) per effettuare l’operazione.

Intanto Fabrizio Giulianini, capo del settore Elettronica, difesa e sistemi di Leonardo, ha annunciato durante l’assemblea degli azionisti che si dimetterà il prossimo 31 maggio. Giulianini – indicato come possibile sostituto di Mauro Moretti o come nuovo direttore generale – non ha motivato la sua decisione.

Il giornalista Gianni Dragoni controccorente ritiene che i  risultati del bilancio presentato dall’uscente ad Moretti non siano stati poi di così grande successo con un  calo del fatturato ed una perdita di commesse nei settori Elicotteri ed Aeronautica (UK, Polonia, Canada). Il ritorno al dividendo e la riduzione dell’indebitamento sono dovuti a fattori straordinari quali la vendita di Ansaldo STS ed il mega-contratto con il Kuwait per gli Eurofighter. E’ stato un errore, dice Dragoni, lasciar passare due mesi tra l’annuncio e la nomina ufficiale di Profumo: una società delle dimensioni e dell’importanza di Leonardo non può permettersi un lasso di tempo così lungo di inattività.