Mauro Moretti ha tenuto una conferenza stampa a Farnborough per presentare la nuova Finmeccanica, quella Leonardo che dovrà affrontare le sfide del futuro dell’industria aeronautica. Il manager, parlando da Londra si è naturalmente concentrato sul mercato UK, quello che Moretti ha definito “il secondo mercato domestico”.
“Intendiamo mantenere la nostra presenza industriale negli elicotteri in Gran Bretagna e anche aumentarla. Abbiamo bisogno però che il governo britannico ci sostenga, che ci dia la possibilità di sviluppare nuove piattaforme, nuovi sistemi”.
La preoccupazione non è tanto Brexit. «L’effetto su di noi non è significativo, adesso c’è incertezza perché si aspetta un nuovo governo, nel breve termine non avremo problemi. Vorremmo sapere meglio che cosa accadra’ nel medio e lungo termine perche’ abbiamo bisogno di investire con chiara convinzione e continuita’ per il futuro». Preoccupa invece l’accordo firmato ieri dai governi britannico e americano, che prevede la fornitura a Londra di 50 elicotteri da combattimento Apache Ah-64 di produzione americana, Boeing. Una commessa mancata per Leonardo-Finmeccanica, che possiede il 100% dell’ex Westland britannica, divenuta AgustaWestland e oggi Leonardo Helicopters.
Boeing ha esultato annunciando l’intesa con un comunicato. L’accordo, non è ancora un contratto, ha un valore di 2,3 miliardi di dollari, secondo il ministero della Difesa britannico. Non è una buona notizia per Leonardo-Finmeccanica. Perché finora i vecchi Apache usati dalle forze britanniche erano stati “adattati” dall’ex Westland nelle sue fabbriche. «In alternativa, Londra avrebbe potuto prendere 50 Apache costruiti da noi su licenza americana», spiega Daniele Romiti, capo della divisione elicotteri del gruppo. L’orientamento verso il modello Boeing era già trapelato nelle scorse settimane. Svanita la commessa, il gruppo italiano sta lavorando per mantenere la manutenzione e il supporto dei futuri elicotteri, come già sta facendo da anni per l’attuale flotta di Apache, velivoli sempre di Boeing che però erano stati adattati dall’ex Westland.
«Boeing ha una relazione da molto tempo con Leonardo sull’Apache esistente ed è in discussioni avanzate con Leonardo sul contratto Apache e altre opportunità», ha detto il gruppo americano, che prevede di raddoppiare la sua presenza in Gran Bretagna, oggi di 2mila addetti. A parziale compensazione della mancata commessa, il ministero della Difesa di Londra ieri ha annunciato la firma insieme al gruppo Leonardo di un accordo di partnership strategica (Spa, Strategic partnering agreement) che «riconosce le reciproche relazioni e include impegni a lavorare insieme su miglioramenti anno dopo anno nell’efficienza dei costi». La nota del ministero britannico dice che «Leonardo continuerà a supportare i Merlin e Wildcat, due dei 5 tipi di elicotteri principali, fino al 2030 e oltre, come anche la nostra attuale flotta di elicotteri Apache per i prossimi otto anni». «Spenderemo circa 3 miliardi di sterline con Leonardo nei prossimi dieci anni – ha detto il ministero britannico – per migliorare e sostenere i nostri elicotteri». Moretti ha definito questa seconda notizia positiva, mentre la prima fa capire che «ci possono essere alcune difficoltà». Per questo Moretti non ha garantito quale sarà la sorte di Yeovil, il principale sito in cui il gruppo produce elicotteri nel paese. «Non produciamo solo elicotteri per la Gran Bretagna, produciamo anche altre piattaforme per vendite sul mercato globale. Il governo dovrà presentarci i suoi piani, solo allora sapremo quali sono le conseguenze. Naturalmente il governo dovrà considerare che in questi settori non si vive senza un supporto locale, non lo ganno neanche Bell, Sikorsky o Boeing negli Stati Uniti. Non chiediamo un supporto al 100% come aveva la vecchia Westland, adesso siamo al 30% di quota sui ricavi. Bisogna che in qualche modo il 30% ci venga garantito. Altrimenti avremo molti paesi nei quali potremmo fare investimenti, fabbriche».
Dopo aver realizzato la “One company”, trasformando le principali controllate in divisioni, Moretti intende unificare la presenza anche in Gran Bretagna creando una sola società, Leonardo Uk, con le attività negli elicotteri e nell’elettronica della difesa, «per avere un solo interfaccia con il governo». Moretti a Farnborough ha in agenda incontri con i vertici degli altri principali gruppi aerospaziali europei, la britannica Bae Systems e Airbus Group, per parlare del futuro assetto della società missilistica Mbda e del consorzio Eurofighter. «Abbiamo due entità, la joint venture Mbda e l’Eurofighter, in cui siamo presenti in tre società, le stesse società, Leonardo, Airbus e Bae. Il perimetro politico oggi è cambiato. Forse ci sarà qualche modo di adattare queste due entità», ha detto Moretti, evitando ogni commento sul futuro assetto di Mbda e sulla sua intenzione di vendere tutta o parte della quota (il 25%) del gruppo nella società missilistica, mentre ha osservato che dopo la firma del contratto per la vendita di 28 Eurofighter in Kuwait, «il nostro contratto è diventato il punto di riferimento, tutti hanno capito che il nostro contratto è migliore rispetto allo schema che proponevano gli inglesi, che applicavano un mark up troppo alto e questo ci ha fatto perdere molte gare». Sembra di capire che Leonardo aspiri a un ruolo più incisivo nelle campagne commerciali per vendere l’Eurofighter.