Nei giorni scorsi su giornali locali si è discusso del Polo Aeronautico Campano. Il tema è stato innescato dalla pubblicazione dei dati sull’export dell’Osservatorio sui Distretti industriali promosso dal Banco San Paolo. L’istituto ha rilevato un dato negativo -32% del secondo trimestre 2015 dell’export delle imprese aeronautiche campane. In recenti occasioni noi stessi avevamo rilevato la pericolosa tendenza, infatti il dato attuale è il terzo consecutivo con segno negativo che conferma i segnali di rallentamento di un’industria che era sempre cresciuta anche nell’export.
Il programma Boeing 787 è partito 10 anni fa, per tanto non crediamo serva cercare in Puglia le cause delle difficoltà di oggi. La verità è che in questi anni in Campania è mancata una governance adeguata, la Regione si è limitata ad assegnare risorse alle aziende e alla formazione sperando che Finmeccanica si decidesse a partire con il programma per il successore dell’ATR e di conseguenza si rilanciasse l’intero settore.
Invece Finmeccanica ha avviato solo piani di ristrutturazione tesi al ridimensionamento, con la chiusura di asset e il trasferimento in altri luoghi delle lavorazioni fatte nei siti campani. La nuova politica decisa da Mauro Moretti verso la supply chain ha fatto il resto, creando non poche difficoltà alla filiera della subfornitura.
Chi si occupa d’imprese aeronautiche sa bene che non esiste un distretto in assenza della grande impresa e di programmi industriali che, per le dimensioni d’investimenti che richiedono e per i lunghi tempi di ritorno dei capitali, devono essere necessariamente supportati da opzioni politiche che ne sostengono lo sviluppo. E, infatti, il nuovo Presidente della Regione Vincenzo De Luca, che ha deciso di puntare sul rilancio dell’aerospazio, chiede al Governo d’intervenire perché Finmeccanica ritorni a investire in Campania.
Prima di convincersi che il Polo possa ripartire dall’aviazione generale, come sostiene qualcuno, occorrerebbe chiedersi se le imprese siano veramente in salute. Lo sono certamente quelle che hanno solidità finanziaria e prodotti consolidati, una rete di vendita capillare, che investono e creano innovazione.
Nonostante le difficoltà e alcune criticità il comparto regionale finora aveva retto alla crisi, alcune PMI in questi anni hanno investito e allargato il loro mercato oltre Alenia Aermacchi, sono arrivati nuovi soggetti imprenditoriali, si sono registrati investimenti importanti anche di grandi player esteri ed è stato avviato il Polo Internazionale delle Manutenzioni. Poi, com’è stato ripreso dalla stampa, sono stati finanziati i progetti di Ricerca del DAC, nati per sviluppare tecnologie utili alle aziende per realizzare il nuovo velivolo regionale, progetto che però sembra al momento ufficialmente tramontato.
Le risorse pubbliche investite per sostenere lo sviluppo di queste tecnologie sicuramente renderanno le aziende più competitive, quindi diventa una priorità supportarne il marketing e la ricerca di nuovi mercati.
Tra qualche giorno Finmeccanica approda in Giappone. Mauro Moretti, sarà accompagnato dai rappresentanti dei distretti di Campania e Puglia, le regioni dove si è investito nel nuovo, e poi sfumato, progetto del turboelica di Alenia Aermacchi. E’ auspicabile che la missione si proponga anche di aprire nuovi spazi di mercato alle PMI meridionali.
In conclusione crediamo certamente che il Polo aeronautico napoletano non sia in pensione, il futuro non è compromesso e non servono le polemiche, tuttavia è arrivato il momento di superare i bei discorsi e decidere una strategia di governo per il rilancio delle imprese e del lavoro.
Antonio Ferrara – Presidente AEROPOLIS