Napoli – Università Federico II – I lanciatori dei futuri programmi nello Spazio. Seminario Aeropolis con CNR, Politecnico di Torino, CIRA e École Centrale de Lyon.
Nel 2020 tre italiani parteciperanno a una missione con volo suborbitale. La missione promossa dall’Aeronautica Militare e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche con Virgin Galactic.
L’accordo di collaborazione con l’acquisizione di un volo suborbitale daVirgin Galactic è stato sottoscritto nei giorni scorsi dall’Addetto Militare per la Difesa presso l’Ambasciata d’Italia a Washington DC, Generale di Divisione Aerea Stefano Cont (in rappresentanza dell’Aeronautica Militare), e da Mike Moses, Presidente di Virgin Galactic.
Della missione tutta italiana nello spazio si è discusso sabato scorso, nel corso del secondo seminario di Cultura Aeronautica e Aerospaziale, organizzato da Aeropolis , AIDAA e dall’associazione studentesca EUROAVIA Napoli, in collaborazione con l’Università Federico II.
Il tema del seminario è stato: I Lanciatori dei Futuri Programmi Spaziali.
Gli studenti universitari napoletani, le aziende e gli appassionati dell’aerospazio da oltre cinque anni partecipano sempre più numerosi all’iniziativa di Aeropolis confermando l’efficace della formula e dei contenuti degli incontri.
I lavori dell’ultimo Seminario sono stati coordinati da Oscar Carrozzo, introdotti da Antonio Ferrara, presidente di Aeropolis e da Erasmo Carrera, presidente dell’AIDAA.
Il professor Carrera del Politecnico di Torino ha rimarcato l’obiettivo e il fulcro fondamentale dei cicli di seminari napoletani, riferendosi soprattutto all’ormai grande ma colmabile, “Gap” esistente tra gli Stati Uniti e l’Italia nell’ambito dei lanciatori.
La storia dei programmi e lo sviluppo delle tecnologie dei lanciatori sono stati ricostruiti da Maria Felicia Della Valle, studentessa dell’Università di Napoli. Il secondo relatore, Enrico Zappino del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino, ha invece sviluppato i risultati dei studi sull’instabilità aeroelastiche legata ai pannelli per l’isolamento termico nell’ambito del Future Launcher Preparatory Program (FLPP).
L’ingegnere ha proposto un’analisi tramite vari step sui VTI panel della camera criogenica del lanciatore, simulando vari pannelli in diverse conformazioni. E i risultati positivi di una ricerca finalizzata a dimostrare che è sufficiente l’applicazione di due soli pannelli pinzati ed eiettabili per ottenere in materiali una resistenza corretta e per l’alleggerimento in volo.
I risultati delle ricerche di problematiche sulla vibroacustica dei lanciatori spaziali sono invece presentati da Fabrizio Errico del Ph-D LTDS – Ecole Centrale de Lyon, che si è soffermato sulla simulazione dei rumori legati al decollo dei lanciatori, descrivendo però le facility di prova come grandi e costose, per via degli enormi altoparlanti da utilizzare. Poi, Errico ha presentato le proposte su come ammortizzare tali costi con l’installazione di un array di casse in cerchio attorno al provino, metodo non ancora certificato, ma testato più volte dalla compagnia Siemens in collaborazione anche con il Prof. Saverio Marulo dell’università Federico II.
Durante il suo studio con il progetto VIPER, Errico, ha raggiunto un risultato fondamentale per migliorare notevolmente le prestazioni delle strutture soggette a carico acustico, ossia la sostituzione delle travi con strutture con risonatore di Helmholtz, in modo anche da minimizzare pesi e costi.
Intervistato da Aeropolis, Errico alla domanda su un eventuale coinvolgimento di facility campane si studi progresso sulle problematiche vibroacustiche ha risposto: “In Campania non vedo un grande sviluppo soprattutto per quanto concerne le facility in ambito vibroacustico, perché purtroppo non tendono a investire in queste tecnologie, poiché le facility che sono normalmente adottate richiedono ampi spazi”.
Con riferimento ad un adeguamento degli attuali centri di Ricerca campani, Errico propone che: “Bisogna inizialmente effettuare una vera e propria richiesta d’investimenti non indifferenti, perché all’interno di alcuni centri di ricerca o di alcuni laboratori di università non si trovano neanche dei vibrometri laser, strumentazioni che oggigiorno sono diventate di base”.
Alla domanda su suo ritorno in Italia, Errico esclude per adesso questa l’eventualità perché in Italia in generale è difficile fare innovazione, “che è legata più che altro al mondo dell’accademia”.
In rappresentanza del CIRA, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, è intervenuto Felice De Nicola sul tema dell’interstadio 2/3 del lanciatore VEGA C realizzato in composito grigliato.
Ha presentato le strutture grid in composito, a partire dalle esperienze del prof. Vasiliev in Russia e della Boeing in USA, e gli studi condotti al CIRA sull’ottimizzazione sia strutturale che di processo. In particolare ha mostrato l’applicazione all’Interstadio 2/3 del processo di winding parallelo e di infusione, messo a punto e brevettato dal CIRA. Lo sviluppo e la qualifica del nuovo interstadio sono stati condotti con AVIO. Il processo risolve i problemi del wet winding, in particolare l’esposizione degli operatori agli agenti chimici dannosi, ottimizzando la qualità del prodotto.
Con un intervento sui lanciatori re-use, in particolar modo della SpaceX, Fulvio Petti, studente di Ingegneria Aerospaziale della Federico II, ha descritto le caratteristiche peculiari del Falcon 9 e del Falcon Heavy confrontandolo ai vecchi Space Shuttle.
Sul tema dei lanci spaziali per gli aspetti delle ricerche e sviluppo sia in ambito aerospaziale che chimico è intervento il rappresentante del CNR – IM di Napoli, Patrizio Massoli. Il ricercatore napoletano ha reso noto che il prossimo anno tre italiani voleranno nello Spazio in una missione dell’Aeronautica Militare e Virgin Galactic.
Il dottor Massoli ha approfondito il tema delle tecnologie e dei costi delle diverse strutture e metodi per la creazione della microgravità, per procedere allo studio di reazioni chimiche in queste particolari condizioni, argomentando perchè il metodo meno costoso è proprio quello del volo parabolico del Virgin Galactic.
L’Istituto CNR di Napoli, è stato detto, ha in progetto di collaborare anche con la compagnia dal magnate Richard Branson ed estendere le collaborazioni internazionali oltre quelle su FLEX-ICE-GA (acronimo di Flame Extinguishment Experiment Italian Combustion Experiment for Green Air ), il progetto del CNR a cui partecipano scienziati americani ed italiani dell’ASI e NASA.
In conclusione del seminario, gli studenti d’ingegneria aerospaziale Gianmarco Valletta e Tobia Armando La Marca, hanno presentato il loro progetto “Rudolph”, un progetto che prevede la copertura satellitare anche sul polo nord, a un angolo > di 67 gradi con orbite Monliya.
DdL
“Abbiamo deciso di andare sulla Luna. Abbiamo deciso di andare sulla Luna questo decennio e di fare altre cose, non perché siano semplici, ma perché sono difficili, perché questo obiettivo ci permetterà di organizzare e di mettere alla prova il meglio delle nostre energie e capacità, perché questa è una sfida che vogliamo accettare, non abbiamo intenzione di rimandarla e abbiamo intenzione di vincerla, così come le altre” – J.F.Kennedy –