I dati ENAC confermano che nelle Regioni del Sud le aerolinee low cost supportano la crescita degli scali aeroportuali e dell’economia del territorio.
Aeropolis – Il traffico degli aeroporti italiani è stato lo scorso anno di 164 milioni di passeggeri in transito, di cui circa 82 milioni provenienti dai voli low cost.
Secondo i dati ufficiali dell’Enac, il Sud e le Isole movimentano 39,6 milioni di passeggeri complessivi, ben 23,8 milioni provengono dal traffico low cost che rappresenta oltre il 28% di quota-mercato dell’intero paese.
Un flusso sviluppato prevalentemente negli aeroporti di Napoli, Catania e Bari che concentrano la gran parte del traffico passeggero. In particolare dallo scalo di Capodichino con i due maggiori operatori low cost Ryanair e EasyJet, sono attesi nei prossimi anni dati di crescita record perché Ryanair, ultima arrivata con una flotta in esercizio di 19 aerei, punta a sviluppare un traffico di 1,7 milioni di passeggeri.
Ci sono però due facce della stessa medaglia. Da un lato abbiamo esempi di nuova eccellenza del trasporto aereo, come quello rappresentato da Napoli che, dati Enac alla mano, è passato da 3,9 milioni di passeggeri del 2001 ai quasi 7 milioni dello scorso anno. Dall’altro, ci sono scali in controtendenza, come quello di Alghero che in una sola stagione, proprio quella 2016, ha perso il 20% del proprio traffico scendendo da 1,6 milioni di passeggeri a circa 1,3 milioni, a causa d’importanti defezioni operative di vettori del calibro di Ryanair.
Ci sono poi scali decentrati che stentano a diventare realtà importanti, spesso la crescita di questi aeroporti è bloccata da conflittualità e contrapposizioni istituzionali o da incompetenze del management. Spesso si tratta di scali strategici, con notevoli potenzialità soprattutto perché potrebbero presidiare mercati turistici di nicchia. Il riferimento è a scali come quelli di Trapani e Salerno.
All’aeroporto Costa d’Amalfi arriva Balkan Express con le nuove destinazioni di Brac e Zara (Croazia) e Corfù ma perde la compagnia aerea Airblue Malta che ha spostato a Napoli i collegamenti per Malta. L’operatore maltese oltre che su Capodichino ha puntato su Trapani e Palermo dove propone nuove offerte aeree stagionali da e per Malta e Tirana.
Tra gli aeroporti meridionali un’altra eccellenza in termini di risultati operativi è quella ormai consolidata dello scalo di Fontanarossa di Catania, che lo scorso anno ha sfiorato gli 8 milioni di passeggeri, ponendosi sul podio degli aeroporti del Sud in quanto a performance.
Dai dati Enac in termini di sistema aeroportuale integrato, Catania e Comiso con quasi 8,4 milioni di utenti nell’arco del 2016 è al quarto posto in Italia, preceduti solo dal polo di Roma (Fiumicino e Ciampino con oltre 47,1 milioni di pax), da quello milanese e dal sistema Venezia-Treviso.
Oltre il sistema siciliano un’altra virtuosa rete aeroportuale del sud è quella pugliese (Bari, Brindisi, Foggia e Taranto) con oltre 6,6 milioni di passeggeri. Proprio l’aeroporto di Bari Palese è quello ad avere fatto registrare, in termini assoluti, la crescita più vistosa in dieci anni, passando da 1,1 a 4,3 milioni di passeggeri, triplicando i suoi valori. Numeri ormai importanti – impensabili fino a tre o quattro anni fa – che la dicono lunga sulle potenzialità che, proprio grazie al decollo definitivo del business operativo delle low-cost, lasciano ben sperare per il futuro del meridione.
Nell’ultimo biennio i collegamenti da e per la Puglia, la Campania e la Sicilia, hanno fatto registrare incrementi a doppia cifra da molti Paesi europei e come ha dichiarato ad Aeropolis l’Ad di Gesac Aeroporto di Napoli, Armando Brunini, Capodichino ha ancora ampi margini di crescita. Tuttavia è prevedibile che questa fase poi rallenterà e occorrerà consolidare i risultati conseguiti. Gli scali meridionali devono oggi attrezzarsi per gestire la flessibilità dei flussi di domanda verso aree non sature del Mezzogiorno.Aeropolis –