La rivoluzione dei microsatelliti della pugliese Sitael

La rivoluzione nel mondo dei satelliti prende il via dalla Puglia e decollerà tra pochi mesi quando il primo trimestre 2018 sarà messo in orbita il primo microsatellite dotato di un innovativo sistema di propulsione. In questi giorni il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha visitato l’azienda pugliese che ai tanti è sconosciuta anche se rappresenta una importante realtà industriale non solo del Meridione.

Il velivolo della Sitel è destinato a cambiare il settore, ampliando le possibilità d’impiego dei microsatelliti, tagliando i costi rispetto alle tecnologie attuali, con un occhio di riguardo non indifferente verso l’ambiente e con motori elettrici anziché propulsori spinti dalle tradizionali miscele di carburanti fossili.

In Campania nei mesi scorsi con protocolli e risorse pubbliche si era manifestata la volontà istituzionale di sostenere il progetto di una Campania leader nelle tecnologie dei microsatelliti, il presidente del Distretto regionale Luigi Carrino aveva patrocinato il protocollo tra il Presidente Vincenzo De Luca e Roberto Battiston, presidente ASI e il presidente del DAC e l’assessore Amedeo Lepore avevano reso noto i contenuti del progetto all’Air Show di Farnborough.

Più lungimirante e attento si era dimostrato il Governo Nazionale che lo scorso anno aveva scelto di orientare significative risorse per sostenere i progetti della pugliese Sitael che invece di firmare protocolli assumeva in soli 7 anni 270 lavoratori passando da 30 a circa 350 dipendenti e nei prossimi cinque anni, s’impegnava ad assumere altri 600 nuovi lavoratori con un programma di progettazione e realizzazione dei più innovativi Microsatelliti e propulsioni.

L’azienda del gruppo Angelo Investments con sede a Mola di Bari, ha un’età media di dipendenti di poco più di 30 anni e sedi a Pisa, Forlì e Salonicco, assume «i cervelli rientrano in Italia o ci vengono da altri Paesi, come Francia e Germania, oltre a India o Iran» ci dice l’amministratore delegato Nicola Zaccheo, e dove Sitael «investe regalmente il 12% del turnover in ricerca e sviluppo». In questi impianti è stata sviluppata e testata la tecnologia che consentirà ai satelliti in miniatura (un microsatellite pesa meno di 100 kg invece della tonnellata minima di quelli usuali. Per capirci, alcuni satelliti raggiungono anche le quattro tonnellate di peso) di orbitare a una quota molto bassa, compresa tra i 160 e i 250 km – contro i 700-900 km abituali – risolvendo il problema del carburante necessario a correggere continuamente l’orbita sottoposta all’effetto della gravità terrestre. «I microsatelliti sono dotati di motori elettrici alimentati a energia solare» sintetizza Zaccheo.

Il debutto del microsatellite Sitael avverrà anche con il primo lancio commerciale operato da Virgin Orbit, la divisione aerospaziale dell’impero creato da Richard Branson, che impiegherà un particolare lanciatore montato su un Boeing.

Tra i partner sia l’Agenzia spaziale italiana sia quella europea. Il microsatellite che verrà lanciato a inizio 2018 resterà in orbita circa tre anni, poi verrà “deorbitizzato”: rientrerà in atmosfera disintegrandosi ed evitando, così, di andare a ingrossare la già consistente mole di rifiuti alla deriva nello spazio.

L’azienda, intanto, guarda già avanti: «Stiamo approntando un mini satellite – ci spiega Nicola Zaccheo – una piattaforma innovativa, con un peso di circa 200 kg, in grado di ospitare una vasta gamma di apparecchiature. Lo lanceremo nel 2019». Una tempistica molto serrata, decisamente più rapida rispetto ai tempi abituali dell’aerospazio. Ma anche un’esigenza legata allo sviluppo del settore che sta conoscendo una crescita, anche commerciale, sempre più importante. Crescita che, del resto, riguarda anche direttamente Sitael: «Sette anni fa avevamo 30 dipendenti – ricorda l’amministratore delegato – oggi siamo circa 350 e nei prossimi cinque anni prevediamo di arrivare a un migliaio».