Aeroporti di Puglia, polemiche su un bando «fatto su misura»…

Il consiglio dell’Ordine dei giornalisti chiede la revoca del bando per l’assunzione di due addetti stampa.

Quanto tempo ancora deve passare perché la classe dirigente di questo Paese si convinca che deve girare finalmente pagina?

Il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Puglia ha chiesto ad Aeroporti di Puglia, la società controllata al 96% dalla Regione Puglia che gestisce il sistema aeroportuale regionale, «l’immediata revoca del bando» per l’assunzione a tempo determinato di due addetti stampa.

La procedura di selezione prevede “requisiti inaccettabili che tradiscono l’ennesimo bando sartoriale di una società a totale controllo pubblico”. “Non si possono discriminare i colleghi in base all’età anagrafica o se iscritti nell’elenco pubblicisti o professionisti”. “il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Puglia chiede l’immediata revoca del bando e la redazione di uno nuovo che elimini le discriminazioni”.

Nel bando sarebbe previsto che «tra i requisiti preferenziali dei candidati c’è quello di aver fatto esperienze in società ed enti che svolgono attività nell’ambito dei trasporti pubblici, specie aeroportuali» e proprio quest’estate, dichiarano alcuni politici locali, « due giornaliste hanno fatto un tirocinio proprio in Aeroporti di Puglia». Uno stage estivo di cui pare che nessuno ha mai saputo niente perché non se n’è comunicata notizia. Tirocini che sarebbero stati assegnati a due giornaliste, una della quale sarebbe «la moglie di persona nota per aver collaborato con il sindaco di Bari, Antonio Decaro, alle ultime elezioni comunali».

«Chiarezza» sul bando chiede, solo dopo la denuncia dell’OdG, anche il gruppo pugliese M5S, che ha sollecitato “una richiesta di audizione» del management di AdP perché «i requisiti preferenziali ci lasciano più di un dubbio». «Non vorremmo trovarci davanti all’ennesimo caso di un bando cucito su misura. Purtroppo, le precedenti esperienze in fatto di nomine non ci possono far stare tranquilli».

Per i pentastellati sarebbero sospette la richiesta di «iscrizione ai Centri per l’Impiego prevista nel bando, invece che alle liste dei giornalisti disoccupati dell’Odg o dell’Assostampa» e la premialità prevista per chi « ha avuto un’esperienza precedente in una società o ente che svolge attività nell’ambito dei trasporti pubblici, preferibilmente aeroportuali».

Discutibile per M5S è la richiesta ai condidati dell’ iscrizione «all’elenco dei professionisti da almeno 5 anni e l’età non superiore ai 50 anni » e esperienza nella « redazione di articoli su giornali online, agenzie di stampa e quotidiani nazionali. Non si capisce l’esclusione di quotidiani locali e tv. «Sappiamo – concludono i pentastellati – che AdP non è tenuta a seguire le norme per i concorsi che si applicano agli enti di diritto pubblico perché SPA, ma essendo una società interamente controllata dalla Regione pretendiamo la massima trasparenza. Vigileremo (sic !) sui risvolti di questo bando e auspichiamo, intanto, che non finisca per premiare persone vicine alla vecchia politica».

Aeroporti di Puglia che ha avviato il percorso per la quotazione in Borsa, e il suo presidente dimissionario Tiziano Onesti – subito riconfermato dalla Regione Puglia per altri tre anni (oltre la scadenza del mandato di Emiliano), insieme al numero due Antonio Vasile – accusano il colpo. In una nota la società, per contenere l’onda e la polemica, dichiara che «in linea con la trasparenza e correttezza cui sono sempre stati improntati i rapporti con l’Ordine, l’Assostampa e gli Organi d’informazione, comunica la propria disponibilità a valutare una riapertura dei termini di presentazione delle domande finalizzata a chiarire con l’Ordine dei Giornalisti di Puglia e Assostampa i criteri di selezione di cui al bando in oggetto».

Ma il pasticcio è fatto. Chi paga il conto?