PMI aeronautica, a Napoli Engitech licenzia 150 dipendenti

Che l’indotto aeronautico del Sudrischia di essere travolto dalla razionalizzazione della supply chian di Leonardo-Finmeccanico, ormai non solo nelle regioni meridionali, sono mesi che lo ripetiamo in tutte le salse. engitehAscoltando l’intervento di Mauro Moretti a Napoli lo scorso maggio, si capisce che se le aziende piccole e medie non troveranno spazi autonomi di mercato è facile prevedere il peggio, il player ha deciso di ridurre il rapporto e non affidare più lavoro ad aziende prevalentemente mono committenti.  E’ il turno dell’Engitech, un’azienda di oltre 400 dipendenti con sede a Marigliano che ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 170 addetti. La Engitech è un’impresa aeronautica i cui dipendenti lavorano prevalentemente nella divisione aerostrutture di leonardo a Pomigliano d’Arco, Nola, Grottaglie e Foggia. E’ solo l’ultima punta che emerge da un pantano dove sono finite molte aziende campane. E’ stata preceduta da altre aziende dell’indotto aeronautico campano come la Sipal, con 35 ingegneri tutti in cassa integrazione, la Sesmat, con 28 tecnici che hanno perso il lavoro, e la Dema, con la cassa integrazione per 120 addetti. Per non parlare di Atitech, che con l’intesa di maggio con Leonardo-Finmeccanica si proponeva di fare di Capodichino il Polo Internazionale della Manutenzione aeronautica.   E dove la Cassa Integrazione è invece una costante che da alcuni anni coinvolge centinaia di dipendenti, in attesa che i progetti si trasformino in lavoro, commesse e investimenti.  Le tensioni tra i dipendenti si accendono anche in altre PMI, alcune anche storicamente solide della provincia di Napoli, molte fornitrici di servizi di engineering e altre impegnate in attività che Leonardo ha deciso di riportare in casa per coprire i suoi carichi di lavoro.

Il paradosso è che questo uno scenario non sembra interessare chi continua a ripetere la litania che “Tutto va bene, madama la marchesa”, perché sono ancora molti quelli che pensano che bastino i soldi pubblici per i progetti di ricerca per salvare le aziende anche in assenza di una strategia di sviluppo e di nuovi programmi aeronautici.