Sui risultati dell’anno passato pesano sicuramente i 20 turboelica Atr-600 che non sono contabilizzati perché il contratto ancora non è stato formalizzato con l’operatore iraniano.
Sono gli aerei che Leonardo aveva dato per venduti all’Iran durante la visita a Roma del presidente iraniano Hassan Rohani, a fine gennaio 2016.
Intanto ATR a Tolosa annuncia che i risultati del 2016 sono inferiori rispetti a quelli previsti, sono stati consegnati 80 velivoli, 8 in meno rispetto all’anno precedente. Il fatturato cala del 10% a 1.8Md di dollari anche se il punto più dolente sono gli ordini. Nel corso del 2016 sono state vendute 36 macchine, praticamente la metà rispetto al 2015 che con 76 già aveva registrato un notevole calo rispetto al 2014 quando si raggiunse il record di 160 ordini e 120 opzioni.
Con questi risultati non si capisce la soddisfazione dell’Amministratore delegato Christian Scherer: «ATR si conferma leader negli aerei da 50 a 90 posti con una quota di mercato sopra il 35% dal 2010», il programma è «molto profittevole» e «i costi di ammortamento ormai sono annullati». Il gruppo ha deciso di «ridurre la produzione del 10%, ci stabilizziamo su un’ottantina di velivoli l’anno», obiettivo è mantenere il backlog vendendo quest’anno lo stesso numero di aerei.
Il paradosso è che il sito di Pomigliano d’Arco di Leonardo, dove si producono le fusoliere, dopo alcuni anni di riorganizzazione è riuscito a consegnare la 95esima fusoliera ATR. Il risultato è stato conseguito dopo le polemiche innescate dalla lettera inviata da ATR al capo divisione aerostrutture di Leonardo, Alessio Facondo, dove si rilevava che a Pomigliano «nonostante alcuni miglioramenti cominciati in maggio, la situazione globale sta peggiorando». … «I risultati di ATR a fine giugno saranno largamente sotto l’obiettivo, nel caso migliore avremo 32 consegne rispetto alle 45 programmate».
Il nuovo Ad Scherer, subentrato lo scorso ottobre al francese Patrick de Castelbajac, parla di mercato che si è indebolito. «Le performance industriali non sono responsabili, i clienti hanno rimandato le consegne». Il mercato subisce certamente una battuta d’arresto, anche se ATR ha un’importante domanda di sostituzione indotta da 1350 macchine consegnate. Il mercato dei turboelica risente del prezzo contenuto del petrolio, della situazione internazionale e dell’affacciarsi al mercato di nuovo soggetti. E’ senz’altro vero come ha osservato Scherer che «ATR ha messo Bombardier nell’angolo, il Q400 vende un quarto o un terzo di ATR», ma è anche vero che il costruttore canadese in questi ultimi anni ha rivisto la cabina del suo Q400Neo aumentando l’offerta di posti volati.
Sui risultati attuali e sul futuro del turboelica franco italiano si fanno sentire anche gli effetti della lunga indecisione dei due soci Airbus e Leonardo che da un tempo indefinibile discutono, senza mai decidere, di lanciare un nuovo prodotto, oppure, come vorrebbero i francesi che bloccano l’avvio del nuovo programma, di rimotorizzare l’attuale velivolo.
Per allargare il mercato si punta a riproporre la versione aggiornata del 42 e sul contratto con Iran Air che come ha recentemente detto Scherer «il contratto con l’Iran potrà essere firmato presto», anche se bisognerà capire cosa deciderà in proposito la nuova amministrazione americana visto che ATR avrebbe ottenuto l’autorizzazione dal precedente governo americano a vendere i velivoli a Teheran, ma il costruttore dei motori, Pratt & Whitney, dovrà ottenere tutte le licenze di esportazione necessarie dalla nuova amministrazione di Donald Trump.