Preoccupazione negli stabilimenti meridionali di Leonardo per il futuro del programma ATR.
Nel 2004 nel portafoglio ATR c’erano solo 8 ordini, il programma sembrava definitivamente morto, poi la lunga stagione del successo commerciale imprevisto ad opera principalmente della componente italiana del progetto industriale e societario.
Poi l’incertezza dei partner e la mancata volontà dei francesi di sviluppare un nuovo velivolo hanno nell’ultimo decennio circoscritto le innovazioni al programma a una rimotorizzazione e a diversi progetti di modernizzazione.
La gestione del mercato dell’usato ha fatto il resto, e solo negli ultimi anni si è iniziato a risentire di un calo sempre più significativo degli ordini che con la crisi della pandemia, si teme, ridurrà significativamente il numero di fusoliere da consegnare quest’anno a Tolosa.
Il timore per molti è che il Coronavirus e la crisi del trasporto aereo e dell’industria aeronautica rappresenti per il turboelica il ’capolinea’ della sua storia.
Il disastro conseguente al blocco del trasporto aereo è noto anche a chi ha interessi lontani dal settore aeronautico.
Le previsioni più ottimistiche danno l’uscita dalla crisi, per chi, tra operatore e costruttore, riuscirà a sopravvivere, per il 2022-2023, anche se nessuno si azzarda a prevedere un recupero dei livelli di traffico ante-virus.
Lo scenario è destinato a una svolta a metà maggio quando la Commissione Europea renderà obbligatorio il distanziamento fisico a bordo (costringendo i vettori a non vendere almeno un terzo dei sedili).
Gli operatori dovranno trovare soluzioni originali a problemi non semplici perché in presenza di allestimenti di cabina rispettosi dei criteri di distanziamento fisico ci sarà una limitazione significativa dell’utilizzo dei posti disponibili, bisognerà affrontare i costi di modifica dei layout cabina e contenere la perdita di capacità di carico pagante anche per l’extra-peso dei seggiolini modificati.
Le aerolinee, per mitigare le conseguenze catastrofiche della crisi e rispondere all’accresciuta richiesta di rapido trasporto merci di prima necessità, originata dalla pandemia, cercano di recuperare ossigeno con un esteso impiego cargo. Diversi vettori stanno riconvertendo i propri velivoli in configurazione cargo, o con la modifica della cabina passeggeri (rimozione delle poltrone), o con l’adozione di kit da applicare alle poltrone per il trasporto di colli dalle dimensioni limitate. La stessa industria si sta velocemente adeguando, offrendo agli operatori proprie proposte.
Anche ATR, dopo l’ordine di FedEx Express conferma l’orientamento verso nuove soluzioni per il trasporto merci che potrebbero essere anche innovative rispetto al passato.
Il produttore di aeromobili franco-italiano ATR ha appena annunciato di aver sviluppato due soluzioni per la rapida conversione dei suoi aerei passeggeri in aerei da trasporto ausiliari. Queste soluzioni sono state sviluppate in collaborazione con la filiale aeronautica di AKKA Technologies a Tolosa e con PMV Engineering, “Le compagnie aeree si sono rivolte a noi per una rapida soluzione per consentire loro di convertire gli aerei passeggeri in aerei cargo. Abbiamo sviluppato questa soluzione in tempi record e ora siamo in grado di aiutare le compagnie aeree a liberare più potenziale per spostare ancora più merci mediche “, ha spiegato Fabrice Vautier, direttore commerciale di ATR. “Secondo la soluzione scelta per la conversione, un ATR 72 può quindi trasportare tra 4 e 5 tonnellate di carico utile, sia per il trasporto di apparecchiature mediche vitali, medicine, cibo o altre merci essenziale”.
Le modifiche prevedono sacche da installare sui sedili, opportunamente vincolate ad essi e al pavimento, oppure la rimozione delle poltrone pax per consentire il posizionamento di carichi voluminosi che saranno vincolati sul pavimento tramite reti.
Si tratta di allestimenti utilizzati da diversi anni anche se una società Lituana di Vilnius, La Colibri Aerospace, provider di componenti e allestimenti di cabina, ha appena certificato secondo la regolamentazione EASA un kit di sacche portapacchi specifico per il A320, che può essere installato in pochi minuti, cosi come l’olandese Trip & Co, produttrice di prodotti per la sicurezza, ha realizzato un nuovo sistema di “seat bag” che consente una semplice installazione sui seggiolini passeggeri .
Come abbiamo presentato in altre corrispondenze, società (i.e. la firm Cino-americana HAECO) hanno già in offerta propri prodotti per trasporto pacchettame, cosi come non pochi sono gli OEM di allestimenti di cabina che hanno concepito soluzioni più o meno complesse per consentire l’utilizzazione di tutti i posti disponibili nel rispetto del distanziamento fisico.
Queste proposte che spesso sono ancora solo progetti, potrebbero in breve tempo delineare delle soluzioni che rispondano ai requisiti di basso impatto ambientale, sicurezza sanitaria, che finora non era stata presa in considerazione adeguata (relativamente alle implicazioni epidemiologiche) nella progettazione degli impianti velivoli, ridimensionamento dei flussi di traffico merci e persone, effetti di lungo periodo della variabilità del prezzo del carburante.
La ricerca è aperta è tutti possono immaginarne soluzioni valide anche perché è spesso da un’idea visionaria che nascono risposte a situazioni complesse che sembrano non avere via d’uscita.