Polemica del generale Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore della Difesa.
Rappresenta un successo per l’industria aeronautica nazionale eppure la prossimità di appuntamenti elettorali sarebbe il motivo per cui il Governo e il Ministero della Difesa hanno preferito mantenere sotto tono un evento come il battesimo dell’aria del primo F-35B assemblato alla Final Assembly and Check Out (FACO) di Cameri.
Nessuna cerimonia ufficiale per l’esordio dell’ esemplare a decollo corto ed atterraggio verticale. A Cameri l’aereo ha effettuato decollo e atterraggio convenzionali ed è il primo esemplare assemblato fuori dagli Stati Uniti. Il volo avrebbe avuto successo, sarebbe durato un’ora e 40 minuti seguendo una scaletta prestabilita di prove tecniche. Come si legge nel comunicato di Lockheed Martin, sono previsti altri test prima della consegna ufficiale del velivolo all’Aeronautica Militare Italiana “durante il volo, un pilota collaudatore della ha eseguito perfettamente tutte le operazioni in modalità STOVL, compreso l’hovering sulla pista di atterraggio, raggiungendo un altro traguardo per il programma F-35 in Italia”.
E’ il generale Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore della Difesa e vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali che non la manda a dire al Governo e alle Istituzioni italiane, è “una consegna del silenzio per cui la Difesa vuole evitare ogni genere di copertura mediatica: scarsi comunicati stampa, nessuna pubblicità su tutto ciò che concerne gli F-35″. Perché? “Non è dichiarato, ma credo che ci sia un qualche timore dell’opinione pubblica” . “È segno di un paese immaturo” ha aggiunto Camporini. “Prendiamo per esempio la traversata atlantica: un nostro pilota è stato il primo a scavalcare l’oceano con un F-35, quando è arrivato negli Stati Uniti è stato accolto trionfalmente, ma da noi poco più di una nota stampa. Altrove non è mica così: quando sono stati consegnati i primi velivoli in Israele, c’erano il presidente e il primo ministro ad accoglierli. Era considerato un vanto nazionale. Mi chiedo: come possiamo pensare di presentarci sulla scena internazionale se rinunciamo a qualsiasi forma di auto-pubblicità, soprattutto su questioni per cui siamo avanti rispetto agli altri paesi?”.