Fimeccanica a Varese il sindacato solleva il tema dello tsunami che travolge l’indotto aeronautico

aleniaVareseIl più grande sindacato dei metalmeccanici esce allo scoperto, la Fiom di Varese mette i piedi nel piatto sul destino del gruppo nel giorno in cui Finmeccanica firma il contratto di fornitura dei 28 caccia Eurofighter al Kuwait.
La Fiom Cgil di Varese definisce elettoralistiche le critiche espresse in ambienti della provincia lombarda sulla perdita del brand AgustaWestland (con il passaggio alla denominazione Finmeccanica Helicopters Division) e pone il tema più complesso di come Finmeccanica persegue un obiettivo industriale che non affronta i veri nodi strategici dello sviluppo perché l’unico scopo di Mauro Moretti è l’aggiustamento dei conti del bilancio a spese dell’indotto e il sistema degli appalti.
Il tema è centrale per il futuro del gruppo italiano dell’aerospazio, difesa e sicurezza, perché tratta di dinamiche che, come sostiene lo stesso sindacato di Varese, valgono per l’insieme del territorio nazionale e non solo per l’indotto del gruppo elicotteristico di Vergiate.In una nota resa pubblica dal sindacato lombardo si legge che «era evidente nel piano industriale di Finmeccanica per il periodo 2015-2019, i rischi per il settore dell’indotto aeronautico legato all’impresa. Infatti, in quella circostanza, Finmeccanica ha comunicato l’intenzione di voler risparmiare dal sistema di fornitura circa 250-290 milioni di euro nel periodo coperto dal piano industriale». «Si tratta di una cifra ingente che, sommata ad altri tagli di spesa già attuati su investimenti in ricerca e sviluppo e in capitale fisso, e alla vendita di assets industriali (il settore trasporti dopo l’energia), dovrà concorrere all’aggiustamento dei conti del bilancio di Finmeccanica. Altri risparmi, sostiene il sindacato, Moretti ha provato inutilmente a ottenerli sui trattamenti contrattuali dei lavoratori nel corso della recente trattativa di armonizzazione dei diversi contratti aziendali.
L’operazione di ristrutturazione di Finmeccanica sta sviluppando senza affrontare i nodi strategici dello sviluppo di nuovi prodotti/programmi, dello stanziamento di risorse necessarie a sostenere i processi di sviluppo e innovazione e della programmazione di nuove partnership internazionali (industriali e politiche) che saranno fondamentali per consentire all’impresa di continuare a competere in futuro in un quadro contraddistinto da rilevanti processi di concentrazione e crescita dimensionale (mentre Finmeccanica diventa sempre più piccola)». Da qui la crescente pressione sulla riduzione dei costi a tutti i livelli, e la pesante pressione sulle catene di fornitura e sul sistema degli appalti.
Ma, sostiene il sindacato varesino «non possiamo nascondere che, soprattutto per un sistema di aziende piccole le scelte di Finmeccanica potranno che essere pericolose per molti imprese e lavoratori». Il tema per tutti, anche per il sindacato, è di recuperare la capacità di  ragionare in termini strategici, «immaginare anche un ruolo attivo del governo, che oggi appare sostanzialmente assente nell’azione politica a sostegno dell’impresa sui mercati internazionali, oltre che su una possibile ricapitalizzazione e nella ricerca delle necessarie alleanze internazionali». Superare i tanti provincialismi e le posizioni di chi pensando ai propri interessi personali ha operato riducendo a temi territoriali le vicende di un settore come «l’aerospazio in cui la compenetrazione tra stato e capitale è assai avanzata e la dinamica industriale s’intreccia con rapporti d’impresa e strategie statuali sovranazionali».