Approvato anche il bilancio 2015, chiuso con un risultato netto positivo per 527 milioni
Per la società, “il 2015 è stato un anno di svolta con la creazione di una one company, operativa dal primo gennaio 2016” e si è avvertita l’esigenza “di un nuovo nome che la rappresenti”. Ad affermarlo il presidente Giovanni De Gennaro, presentando all’assemblea, nella parte straordinaria, la proposta di cambio di nome in Leonardo. Tra i grandi azionisti presenti, il ministero dell’Economia (30,20%), Europacific Growth Fund (2,98%) e Government of Norway (1,82%). A favore del cambio di nome ha votato il 99,74% degli aventi diritto. Nel corso della discussione che ha preceduto la votazione alcuni piccoli azionisti si erano espressi in modo piuttosto critico sul nuovo nome. “Finmeccanica – ha aggiunto il presidente – è diventata l’unica azienda attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza, con un nuovo sistema di governance, questo modello permette di incrementare efficienza ed efficacia riducendo i costi di gestione”. De Gennaro ha fatto presente che per il nuovo nome è stato “scelto Leonardo ispirandoci a Leonardo da Vinci” perché “non c’è settore di attività di Finmeccanica a cui Leonardo non si sia interessato”.
L’assemblea ha approvato anche il bilancio 2015 che registra un risultato netto positivo per 527 milioni di euro, 26 volte superiore rispetto ai 20 milioni del 2014. Il risultato netto ordinario e’ positivo per 253 milioni di euro, 17 volte superiore rispetto ai 15 milioni del 2014, con un Ebitda pari a 1,9 miliardi di euro (+19%), Ebita a 1.208 milioni di euro (+23%) ed Ebit a 884 milioni di euro (+48%). Il Focf e’ salito a 307 milioni di euro, con un miglioramento del 372% rispetto ai 65 milioni del 2014, mentre l’indebitamento di Gruppo e’ pari a 3.278 milioni di euro in calo del 17% rispetto ai 3.962 milioni del 2014. Il patrimonio netto ammonta a 4.302, con un incremento del 12% rispetto ai 3.854 milioni del 2014, mentre il rapporto debt-to-equity scende a 0,76 dal precedente 1,03 del 2014.
“Tutti i settori chiave del core business stanno contribuendo alla redditività del gruppo, e questa è una novità storica, abbiamo focalizzato meglio la nostra posizione sul mercato”, ha aggiunto Moretti parlando delle attività strategiche. “E’ migliorata fortemente la prestazione industriale – ha aggiunto Moretti -, siamo in grado di avere una struttura molto più forte e più flessibile, siamo quindi più forti, siamo ad una svolta forte, abbiamo migliorato l’attività da ogni punto di vista, con un risultato netto molto più sostenibile”. “Da un anno Finmeccanica è cambiata parecchio in molti aspetti, con un forte miglioramento nella redditività e una riduzione dell’indebitamento, questo si è tradotto in un valore per la società aumentato di 448milioni con incremento dell’ 11,6%”.
Mauro Moretti, oltre che del futuro di ATR, ha parlato anche delle altre partecipazioni. Il manager ha annunciato la decisione di togliere definitivamente dal mercato Drs, pur confermando la volontà di voler aprire il capitale della società americana a un partner industriale o finanziario. “Non c’è nessuna intenzione di cedere Drs”, ha detto l’amministratore delegato a margine dell’assemblea. “Ci interessa mantenere il controllo” dell’azienda statunitense dell’elettronica per la difesa aprendo eventualmente il capitale a un partner “industriale e finanziario”, ha aggiunto. Bocca cucita da parte di Moretti, invece, alla domanda se ci siano sul tema trattative in corso. Il numero uno di Finmeccanica ha osservato che “Drs è su un mercato complesso e in crescita come quello americano dove è bene stare” per un gruppo come Finmeccanica.
Giudizio severo, invece, è stato espresso sulla partecipazione in Mbda anche se pare tramontata, per ora, l’ipotesi di una cessione del 25% detenuto dal gruppo italiano. Dal punto di vista dei risultati, ha detto conversando con i giornalisti a margine dell’assemblea, “sta nella parte bassa”, visto che “non consolidiamo ne’ fatturato ne’ ordini”. “Non siamo noi” in Italia “a essere leader nello sviluppo”. “Noi abbiamo bisogno di settori dove si investe e si innova”. Moretti ha dunque chiosato affermando: “Non e’ che la dismettiamo, non ci investiamo”