
Stamattina sciopero spontaneo allo stabilimento Leonardo di Pomigliano D’Arco.
La strada scelta per l’industria dell’aeronautica civile italiana è quella percorsa per la cessione ai turchi della Piaggio Aerospace?
L’iniziativa di mobilitazione anticipata da un comunicato del sindacato preoccupato dal futuro industriale, produttivo ed occupazionale dei siti meridionale del gruppo dell’Aerospazio e Difesa.
Quello che preoccupa ancora di più – affermano i sindacalisti – è quello che succede negli stabilimenti napoletani della divisione Aeronautica non si sta muovendo nella direzione di risolvere le criticità delle Aerostrutture, scaricando gli impianti attraverso la creazione di joint venture con fondi sovrani esteri e di loro promesse di acquisire centinaia di velivoli Boeing e Airbus.
Anche se il comparto aeronautico dovrebbe essere rilanciato con nuovi programmi e nuovi investimenti. Leonardo non può pensare di disimpegnarsi perché il settore, compreso l’indotto, occupa migliaia di lavoratrici e lavoratori.
Non lascia tranquillo quello che sta succedendo in altri stabilimenti Leonardo. Il gruppo ha ceduto il sito di Napoli di via Bleirot e trasferito i lavoratori della Cyber da Napoli a Pomigliano, ma non presenta un piano di sviluppo industriale della divisione. A Giugliano in Campania sfuma il progetto di realizzare un sito dedito alla fonderia per la produzione di microelettronica di ultima generazione per mancanza di fondi pubblici”.
Comunicato Sindacale Leonardo: Disimpegno della Leonardo sul territorio Campano
Il 23 giugno, congiuntamente con la segreteria Provinciale Fiom, si è tenuto il coordinamento dei
delegati Fiom Leonardo dei siti di Giugliano, Fusaro, Via Bleriot, Nola e Pomigliano.
Dalla discussione è emersa la preoccupazione rispetto alle politiche che la Leonardo sta attuando
sul territorio Campano. È fin troppo chiaro che queste operazioni non rispondono a logiche o fini
industriali ma sono dettate da interessi e fini che fanno registrare una chiara volontà di disinvestire,
ridurre al minimo la presenza di Leonardo sul territorio campano e più in particolare su quello
napoletano.
Già da tempo si registrano, a tutti i livelli, non adeguate relazioni industriali: informazioni importanti
apprese a mezzo stampa, cessioni a terzi di porzioni di sito non condivise con le RSU, convocazioni
approssimative e non sufficientemente anticipate delle RSU, richieste di incontri di sito, come da
integrativo, che restano senza programmazione. Questo tipo di relazioni fanno venire meno corretti
rapporti e proficui rapporti tra azienda e sindacati, soprattutto quando informazioni oramai di
dominio pubblico tardano ad essere date in modo ufficiale.
I siti Leonardo napoletani hanno le loro peculiarità e, purtroppo, un minimo comune denominatore:
devono sempre lottare per mantenere quello che hanno, farsi riconoscere quello che gli spetta e
meritano, sono sempre chiamati in causa quando si parla nel gruppo di ridimensionamenti o
chiusure e mai quando c’è da investire denaro in programmi e prodotto.
Ciò è ancor più vero se si considera che il ramo d’azienda Wass e il relativo sito di Monteruscello è
stato recentemente ceduto alla Fincantieri, il sito di via Bleriot è stato appena venduto, nonostante
il suo forte potenziale perché vicino all’aeroporto, allo svincolo autostradale e a breve anche alla
metropolitana. Le lavoratrici ed i lavoratori subiranno il disagio di essere trasferiti per la seconda
volta in poco più di un anno. Il sito, per le sue dimensioni, poteva essere volano di sviluppo sul
territorio napoletano della divisione cyber e di altre giovani divisioni del gruppo come quella dello
spazio.
Giugliano, già oggetto di chiusura con il piano OIF siglato nel 2022, sembrava destinato ad avere
assegnato una nuova missione quando è stata annunciata la revoca della chiusura e la nascita di un
Hub logistico e la possibilità di mettere su una fonderia che avrebbe alimentato non solo Leonardo.
Fonderia che è diventata magicamente non più strategica appena è stata confermata la notizia che
non erano stati ottenuti i finanziamenti pubblici per implementarla.
Fusaro è oggetto di investimenti perché ha visto il trasferimento delle attività dal sito di Giugliano,
ma anche in questo caso bisogna sempre tenere alta la guardia per far rispettare gli accordi del
piano OIF che registrano ad oggi ritardi fino a due anni. Ritardi che hanno vanificato la motivazione
principale per cui si è deciso di trasferire le attività, avvicinare la produzione all’integrazione. Anche
la costruzione del nuovo training center è in netto ritardo che crea quindi le condizioni per trasferire
le attività in altri siti.
A Pomigliano c’è un continuo susseguirsi di voci preoccupanti, le produzioni saranno trasferite tutte,
e con loro anche le maestranze, l’A220 si farà completamente a Nola, i capannoni saranno destinati
ad altre aziende, la prima sarà MBDA. Quindi gli investimenti come NEMESI non saranno sfruttati e
non c’è nessuno che chiede conto dei soldi pubblici investiti nel progetto. Stessa situazione per gli
investimenti di Nola, in parte inutilizzati, in parte sbagliati.
Sebbene lo stabilimento non abbia problemi di carichi di lavoro e continuerà ad essere saturato con
l’arrivo dell’A220, resta la spada di Damocle della JV con il fondo arabo PIF. Tutti i giorni leggiamo
sul giornale di un accordo oramai imminente per il quale ai sindacati non sono state date
informazioni ma ci fanno temere che le intenzioni aziendali siano quelle di far assorbire
completamente Nola dalla JV con gli Arabi.
Le brevi sintesi dei siti campani riportano notizie certe ed informazioni raccolte ma è bene chiarire
la nostra posizione:
Le missioni dei siti non si toccano, anzi chiediamo investimenti affinché vengano rafforzate
ed ampliate
Il sito di Giugliano non può restare solo un hub logistico in mano a terzi, Leonardo non può
abbandonare il sito, bisogna rilanciarlo con prospettive nuove e rivalutare la fonderia
finanziata da fondi Leonardo, fondi propri che altrove non lesina
Pomigliano ha la sua storia, la sua vocazione e la sua missione, l’azienda deve subito rivelare
la sua idea di futuro per questo sito, le produzioni non si spostano, non sarà certo
trasformata in un consorzio ma deve essere arricchita da nuove sfide Leonardo. Bene la
divisione cyber che dal primo settembre sarà integrata nel sito ma anche in questo caso
riteniamo che ci siano le possibilità e le prospettive per essere ampliata.
Come già dichiarato anche dalle OO. SS. nazionali, non sarà tollerato nessuno scorporo per
la divisione, ora BU, Aerostrutture né tantomeno nessuna JV che lo celi. Nola è e resterà
Leonardo.
Da un gruppo industriale che quotidianamente rileva quote di società e stringere alleanze
per entrare in nuove fette di mercato, non possiamo tollerare che decida deliberatamente
per ‘pigrizia’ di dismettere la parte civile dell’aeronautica.
Leonardo deve investire sia sul piano industriale che su quello delle infrastrutture, non solo
con finanziamenti pubblici, a tal proposito chiediamo evidenza anche del fatto che il ricavato
della vendita del sito di via Bleriot (acquistato con fondi per il mezzogiorno)sia destinato agli
altri siti Leonardo sul territorio
A breve partiranno gli incontri annuali di divisione così come sancito dal contratto integrativo,
quella sarà la sede per fare le nostre richieste. Se le risposte non saranno esaustive metteremo
in campo tutte le iniziative per far si che la Leonardo si prenda le proprie responsabilità ed
investa in questo territorio come fa nel resto del paese e del mondo.
Pomigliano, 24/06/2025
Fiom Napoli
RSU Via Bleriot, Giugliano, Fusaro, Nola, Pomigliano