Si avvicina la data dell’Assemblea degli azionisti di Leonardo che dovrà rinnovare gli organismi societari per il periodo 2017-19, la conferma dell’attuale management non è scontata/probabile. La decisione su chi guiderà il gruppo nazionale dell’Aerospazio e Difesa la dovrà assumere il Governo che con il Tesoro è azionista di maggioranza.
Il gruppo Leonardo negli ultimi quattro anni ha attraversato una fase profonda di ristrutturazione tesa sostanzialmente al risanamento finanziario, con cessioni e riposizionamenti industriali. La società è stata gestita da Mauro Moretti, (già Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato dal 2006 al 2014) e non si può dire, almeno fino ad ora, che il manager si sia preoccupato di cercare soluzioni condivise. Ma, tant’è, visto che la sua direzione di marcia sembra essere apprezzata dal mercato.
In questi ultimi giorni quel piglio “decisionista” si è attenuato e Moretti, nella recente audizione al Senato, ha rassicurato che la ristrutturazione è finita e l’azienda è decisa a lanciare nuovi programmi industriali ed è pronta per ritornare a crescere, investire e assumere anche al Sud
Il Consiglio di Amministrazione di Leonardo del 15 marzo discuterà ed approverà il bilancio 2016 del gruppo agli inizi di maggio. Il totonomine già da tempo incalza perché la conferma dell’attuale Amministratore Delegato Mauro Moretti resta incerta ed è ancora da più parti messa in discussione.
Come riportato in una nota dello scorso gennaio “tutti i principali indicatori dimostrano infatti un notevole miglioramento, in linea se non al di sopra delle aspettative: l’EBITA è passato dagli 878 milioni del 2013 ai 1.208 milioni del 2015 e, per la fine dell’esercizio 2016 è previsto un valore compreso tra i 1.220 ed i 1.270 milioni. Anche il risultato netto ordinario è passato dai -649 milioni del 2013 ai 253 milioni del 2015, con una previsione per il 2016 tra i 500 ed i 600 milioni”.
“Il Gruppo è tornato a generare cassa, passando dai -220 milioni del 2013 ai 307 milioni del 2015, con un ulteriore deciso miglioramento per l’esercizio 2016, per il quale si prevede una generazione di cassa compresa tra i 500 ed i 600 milioni. Ciò ha inoltre comportato una drastica riduzione dell’Indebitamento netto di Gruppo, che è sceso dai 3,9 miliardi di fine 2013 ai 3,3 miliardi di fine 2015. Per il 2016 tale valore è previsto scendere fino a 2,8 miliardi, permettendo di raggiungere l’obiettivo di discesa al di sotto dei 3 miliardi con un anno di anticipo rispetto al piano. Il tutto è riflesso nell’andamento della quotazione del titolo in borsa, da 5,98 euro dall’inizio del mandato a 13,34 il 31 dicembre 2016, con un aumento del 123,26%”.
Le dismissioni di AnsaldoBreda e Ansaldo Sts hanno ridotto il fatturato da 17 a 12 miliardi e contestualmente è stato varato un piano industriale che ha previsto la realizzazione di una “one company” focalizzata su difesa, sicurezza e aerospazio ed una revisione dei rapporti con i fornitori che realizzavano con Leonardo oltre il 70% del fatturato.
E’ stato già presentato il 23 febbraio il nuovo piano industriale 2017-21 che prevede:
- un book-to-bill (rapporto ordini acquisiti/fatturato) stabilmente intorno ad 1;
- una crescita media annua dei Ricavi (CAGR) tra il 3% e il 5%;
- un ulteriore miglioramento della redditività operativa (RoS), anche in presenza di una crescita dei ricavi, che si dovrebbe attestarsi all’11% già a metà dell’arco di Piano;
- mantenimento di una solida struttura patrimoniale e flessibilità finanziaria, risultante dalla migliorata generazione di cassa e dalla significativa riduzione del livello del debito.
Ma il futuro di Moretti verrà deciso sulle prospettive future della società, ancora nebulose, e sull’opportunità di rinnovare un gruppo dirigente che non ha brillato e un manager appena condannato in primo grado a sette anni per la strage ferroviaria di Viareggio del 2009, nonostante il CdA gli abbia confermato unanimemente la fiducia.
Riguardo le prospettive, pesano i recenti insuccessi nell’acquisizione di alcune gare nel campo degli elicotteri (Polonia, Singapore) e dei velivoli militari (Canada), nonchè il fallimento dell’alleanza con Raytheon nella gara T-X in USA. Ciò sembrerebbe spingere verso un maggiore impegno nei programmi aeronautici civili (nuovo tiltrotor con primo volo previsto per il 2023, piattaforma duale per sostituire ATR e C-27) ed una riduzione delle quote della statunitense DRS dal 100 al 51%. Nella sua recente audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, Moretti ha dichiarato che “dopo tre anni di ristrutturazione profonda ora è il momento della crescita e dello sviluppo, perché ne abbiamo le risorse, stiamo producendo valore e abbiamo il sostegno degli investitori istituzionali e buona reputazione internazionale”.
Sulle nuove nomine il governo – azionista di maggioranza dell’azienda – si dovrebbe pronunciare entro il 21 marzo. I giornali generalisti da settimane anticipano voci che in alternativa a Moretti, riguardano sia manager esterni al gruppo (tra cui Alfredo Altavilla, direttore operativo per Europa, Africa e Medio Oriente di FCA, e Francesco Caio, AD e direttore generale di Poste Italiane), sia interni (Lorenzo Mariani, direttore della divisione elettronica per la difesa, Fabrizio Giulianini, già AD di Selex) e a sorpresa Roberto Scaramella, amministratore delegato di un’azienda campana ALA. Aeropolis