Per Pier Francesco Guarguaglini e l’industria aeronautica italiana.

guarguagliniA pochi giorni dell’apertura del Paris Air Show, l’evento più importante per l’industria dell’Aerospazio e Difesa, pubblicata sul web  una lunga intervista a tutto campo di Guarguglini.

Il manager che dal 2002 al 2011 ha guidato il gruppo Finmeccanica ed èc stato il protagonista di una stagione di espandione del settore nazionale,  espone i suoi punti di vista su come rilanciare Leonardo e il comparto nazionale.

Nei prossimi giorni a Le Bourget uno dei temi degli incontri tra i rappresentanti delle imprese e delle istituzioni è quello del riposizionamento dell’industria europea della Difesa. Per l’Italia significa i dossier di MBDA e Fincantieri.

Sugli argomenti Guarguaglini ha idee precise: “il gruppo Leonardo non deve cedere le azioni di MBDA e mantenere il rapporto con Airbus in ATR”. Se “Leonardo non fosse più azionista della società che a livello europeo produce missili e sistemi missilistici, si troverebbe indebolita e potrebbe trovarsi nella situazione di diventare fornitrice di soli sensori”. Guarguaglini ritiene che l’uscita da MBDA andrebbe vista anche rispetto all’operazione di Fincantieri, e al rafforzamento che avrebbe Thales nell’elettronica e i sistemi d’arma della nave.

Per quanto riguarda il dossier del turboelica ATR, Guarguaglini afferma di non aver “ mai pensato che Finmeccanica dovesse prenderne la maggioranza”, perché gli investimenti necessari con nuovi programmi sono elevati e “le capacità di Finmeccanica nell’aeronautica civile sono limitate”. Inoltre, “un problema importante è saper fare l’assistenza post-vendita”.

La soluzione resta “portare in Borsa una quota, mantenendo l’equilibrio azionario con i francesi”.

Uno dei problemi attuali di Leonardo è lo scarso slancio sui mercati. “Deve essere più presente”, “Finmeccanica nel tagliare i costi ha sicuramente diminuito la propria presenza all’estero nell’area commerciale”, “in particolare negli Stati Uniti”, dove sono stati commessi errori anche nella gestione di DRS sostiene Guarguaglini. E’ stato chiuso l’ufficio indipendente di Finmeccanica a Washington e “le fabbriche che erano state promesse non sono state fatte, l’Oto Melara è completamente scomparsa dal mercato Usa, il C27J è trascurato, negli elicotteri la presenza è minima”.  Negli Usa per gli addestratori, con il T-100, Leonardo è rimasta da sola e Guarguaglini pensa che, “non abbia neppure possibilità di riuscire a partecipare alla gara”.”Credo che chi ha già l’aereo abbia maggiori possibilità di successo, penso a Lockheed che è insieme ai coreani”.”Boeing invece dovrebbe fare un nuovo aereo, penso che sopravvaluti i benefici del ritorno industriale”.

Per il futuro delle attività nelle aerostrutture, la ricetta di Guarguaglini è molto chiara: “per rimanere indipendente e lavorare sia per Boeing sia per Airbus”, Leonardo “ deve dimostrare di saper essere un fornitore di grande qualità com’era con Giorgio Zappa e con me”.  “Tutti i prime contractor da una parte vogliono altissima qualità dai fornitori, dall’altro li strizzano a livello di costi, è un mercato sempre più difficile, per cui, per rimanerci bisogna fare continui efficientamenti dei programmi, ma mai a scapito della qualità”.

Infine gli elicotteri.  E’ un settore da guardare con molta attenzione. Ora sono in cantiere programmi americani importanti. Stanno rivedendo tutta la flotta degli elicotteri. In pole position ci sono Boeing, Sikorsky che attualmente è controllata dalla Lockheed e Bell”. “Da quanto ho letto, non mi sembra di aver visto la presenza di AgustaWestland”. “Il mercato mondiale degli elicotteri è in declino, tant’è che nel campo civile anche Airbus ne risente”.” Nel militare non ci sono programmi europei importanti, prima c’erano l’Eh101 e l’Nh90”.

Il management di una volta era molto più forte perché molte competenze sono uscite dal gruppo, sostiene Guarguaglini, ma questo vale per tutte le imprese di Leonardo.