Piaggio Aerospace – Il Partito Democratico e la crisi del gruppo aeronautico / Aeropolis

A Genova e nell’intera Liguria, oltre i dipendenti di Piaggio, sono in molti a ricordare quel novembre del 2014 quando il premier Matteo Renzi e il ministro della Difesa Roberta Pinotti, con numerosi rappresentanti istituzionali locali e delle Forze Armate, inaugurarono il nuovo stabilimento di Piaggio Aerospace a Villanova d’Albenga che lasciava la sede e le aree di Sestri Ponente.

Dopo pochi mesi esplode la crisi industriale e finanziaria del gruppo aeronautico e i risultati delle elezioni regionali risentono della delusione dei cittadini dei territori dove insistono i siti industriali di Piaggio.
Il Fondo Mubadala ritarda l’approvazione del budget 2016 e del piano industriale per le difficoltà del progetto del P.2HH. La proprietà araba sostituisce l’intero management.  L’azienda aeronautica precipita in una crisi sempre più irreversibile con l’ombra del fallimento, poi ricapitalizzazione, l’accordo con Leonardo, la soluzione di cedere le manutenzioni e il ramo motori a un fondo tedesco, i velivoli civili forse ai cinesi, infine nuovo piano industriale e Golden Power.

La crisi della Piaggio nel frattempo trascina anche l’azienda campana LaerH che avrebbe dovuto assorbire lavorazioni ed ex dipendenti Piaggio, ma lo scorso 20 dicembre l’amministratore unico, Andrea Esposito, ha informato i dipendenti che ci sono problemi di liquidità (Piaggio è inadempiente e non paga da parecchio tempo) e che si potrebbe fare ricorso alla cassa integrazione.

Molti parlamentari liguri nel corso del 2017 hanno spinto per una soluzione della crisi di Piaggio, perchè consapevoli che la perdita di posti di lavoro e l’eclissi del gruppo aeronautico sarebbe politicamente costosissima per la classe politica di governo.
Il nuovo anno inizia con incontri preliminari per risolvere la crisi del gruppo aeronautico ligure e con il vertice di questa mattina al Ministero dello sviluppo economico (Mise) tra Governo, azienda e sindacato. Ancora un nulla di fatto per la soluzione della vertenza e restano in bilico il destino dell’azienda e i posti di lavoro dei dipendenti.
All’incontro ha partecipato anche la viceministra Teresa Bellanova, il governo è consapevole di quanto sia esposto sulla vicenda, infatti, nel corso dell’incontro al ministero ha chiesto all’azienda di consegnare il testo del piano industriale a sindacati e Rsu e ha confermato che l’azienda deve restare in Italia.
La ministra della Difesa Roberta Pinotti, genovese, ha dichiarato poco prima dell’incontro che «non ci devono essere delocalizzazioni di Piaggio Aerospace, la produzione italiana deve rimanere dov’è dislocata».  «Abbiamo già dato un’indicazione sul Golden power, perché riteniamo che Piaggio sia un’azienda strategica dal punto di vista della Difesa anche per la manutenzione di alcuni velivoli importanti, oltre al progetto del drone militare».  «Gli eventuali nuovi proprietari dell’azienda – sottolinea Pinotti – devono assicurare all’Italia la garanzia della sicurezza industriale».

I sindacati restano molto critici verso il governo e azienda, rivendicano il rispetto dell’accordo del 2014, garantito dal governo e non rispettato dall’azienda, e si oppongono alla cessione del ramo motori e manutenzione, alla cessione dei diritti sul turboelica civile P180 e, più in generale, a qualsiasi forma di “spacchettamento”.
Ora aspettiamo risposte positive e certezze dal Governo e dal Ministero – sostengono i sindacati – fermo restando le nostre posizioni rispetto a quanto trapelato dall’azienda sul piano industriale, vogliamo un confronto serio, superata la fase della ricapitalizzazione, chiediamo un passo in avanti e risolutivo”.

La soluzione è stata rimandata a fine mese, sarà necessario un nuovo vertice a Roma convocato in Presidenza del Consiglio a cui parteciperà anche  il Ministero della Difesa, in quella sede governativa si giocherà la mano definitiva di una partita la cui posta è il futuro dell’azienda e quello del Partito Democratico e della sua classe dirigente ligure.