A Novembre si terrà il prossimo Consiglio Ministeriale dell’ESA, per il futuro dell’esplorazione spaziale in Europa.
Per l’italia una sfida e una opportunità per ritornare tra i protagonisti delle politiche dello Spazio
“Mai come nello spazio ti accorgi che i confini non esistono. Dall’alto l’Europa è un reticolo di luci, collegamenti, i cui confini sono solo dentro le menti delle persone”. Ciò che ha detto l’astronauta Luca Parmitano, attualmente in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale, per quanto possa essere toccante ha un legame inquietante con la nostra realtà, ma soprattutto con ciò che “nel mondo dello spazio” sta accadendo.
Non a caso è in atto, sulla scena internazionale e intercontinentale, una vera e propria “corsa alle colonie”. Stati Uniti, Cina e Russia considerano lo spazio un campo di battaglia in cui dimostrare la propria supremazia senza una collaborazione in favore delle scoperte, della scienza e del progresso. Gli anni passano, ma in sintesi la storia non cambia!
Si avvicina per l’European Space Agency (ESA) il momento di cambiare le carte in tavola: a Novembre si terrà a Siviglia, in Spagna, il prossimo Consiglio a livello ministeriale in cui i punti che verranno toccati riguardano i finanziamenti necessari per proseguire l’attività spaziale in seno alla sinergia tra ESA ed UE.
I finanziamenti che saranno richiesti sono molto ingenti, 16 miliardi da investire nel periodo 2021-2027, come riportato dall’Ansa.
L’importanza di questo incontro è legata ai numerosi temi che verranno affrontati e che vanno dalla “Space Application” alla “Space Safety & Security”, dalla “Science & Esploration” alla questione “Enabling & Support”.
È chiaro quindi che rappresenta una enorme opportunità strettamente legata al riportare l’Europa in una posizione centrale, di connessione e collaborazione tra le potenze in “lancio” verso lo spazio e non solo: tra le tante cose esiste la possibilità, con i giusti fondi, di potenziare l’industria e il settore della sicurezza spaziale.
“Lo spazio è una grande opportunità di crescita del Paese, l’Italia è uno dei pionieri dello spazio: storicamente e attualmente le nostre industrie non hanno nulla da invidiare a quelle di altri paesi importanti nel mondo, siamo tra i primi in Europa” spiega Lorenzo Fioramonti, neo-ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che presiederà all’incontro di Novembre.
A Siviglia i ministri dei paesi che aderiscono all’ESA incontreranno la prima volta la nuova Commissaria europea, la francese, Sylvie Goulard che in questi giorni ha assunto la responsabilità della nuova Direzione Generale dell’Industria, della Difesa e dello Spazio.
Nel 2016 il Consiglio dell’Unione europea ha approvato la Strategia Spaziale Europea, da allora i grandi programmi spaziali di particolare interesse per l’Italia sono: Galileo, l’innovativa costellazione, più accurata e versatile del GPS, per la navigazione satellitare, e Copernicus, la flottiglia di moderni satelliti per l’osservazione sistematica della Terra, che ha reso l’Europa punto di riferimento mondiale nel settore.
L’Italia inoltre è fortemente impegnata nel programma Vega ed è interessata allo sviluppo dei lanciatori, i razzi per mettere in orbita i satelliti, considerando il mercato, in forte crescita, dei piccoli satelliti.
E’ uno dei segmenti più ricchi di opportunità di sviluppo anche perchè il grande lanciatore franco-tedesco, Ariane-6, il cui sviluppo è stato deciso nel Consiglio ministeriale ESA del 2014, non si sta dimostrando sufficientemente competitivo per il mercato internazionale e rischia di generare importanti perdite industriali rispetto a quello, più piccolo, sviluppato da italiani e francesi, il Vega-C, che al netto del fallimento dell’ultimo lancio, si è rivelato ben più interessante da un punto di vista commerciale.
L’Italia nella prossima interministeriale per lo Spazio deve necessariamente riposizionarsi dopo le recenti polemiche della classe politica verso l’Europa.
Siamo osservati speciali, occorre muoversi con i piedi di piombo per evitare di essere tagliati fuori, ma è fondamentale avere la consapevolezza che l’Italia, nello spazio, non è seconda a nessuno dal punto di vista tecnologico.
Il nostro Paese deve confrontarsi con il dinamismo francese e la manifesta volontà degli altri paesi di acquisire posizioni sempre più di rilievo nei programmi, e non servirà chiudersi su se stessi e cercare di fare da soli. E’ una tentazione che periodicamente viene a galla quando abbiamo il timore di non sapere reggere il confronto con sistemi più stabili o meglio organizzati.
Siamo un Paese dove sono consolidate una filiera industriale eccellente, enti di ricerca, università e l’Agenzia nazionale, un contesto che in qualche modo è riuscito a preservare una gloriosa tradizione italiana nello Spazio.
Possiamo e dobbiamo essere tra i protagonisti delle scelte strategiche dell’ESA per consenire alle imprese italiane di partecipare ai programmi di sviluppo.
Il mondo dell’Aerospazio è una continua scoperta ed è una continua sfida a chi sa fare di più, a chi sa fare meglio, ma siamo sicuri di fare la cosa giusta? Se avessimo la possibilità di vedere con gli occhi di Luca Parmitano, avremmo ancora questa visione “recintata” del mondo?
Vittoria Di Palma