Un presidio dei sindacalisti del settore aeronautico di Liguria, Campania e Puglia contro il governo.
La crisi più importante del trasporto e dell’industria aeronautica dal dopoguerra ad oggi “non può essere lasciata ad una gestione unilaterale delle aziende che porterebbe ad un epilogo già scritto”: dismissioni e ridimensionamento delle attività nei settori.
La domanda del sindacato, dell’opinione pubblica e di migliaia di lavoratori meridionali è se basterà la conferma degli investimenti previsti dal campione italiano aeronautico Leonardo, per dare una propettiva futura alla Divisione Aerostrutture.
Il piano di investimenti dovrebbero essere circa €360 mln per ammodernare ed efficientare i processi produttivi, “in modo particolare Grottaglie e Pomigliano D’Arco”, una montagna di denaro pubblico che nessuno garantisce che sarà sufficiente a garantire il futuro alle imprese e ai lavoratori del comparto dell’aviazione civile di Leonardo e della filiera meridionale del settore.
Saranno accompagnati alla pensione circa 500 lavoratori, la gran parte della Campania, – conferma Leonardo – e saranno ridistribuiti altri 500 lavoratori che passeranno in altre aziende di settori diversi di Leonardo.
“Le imprese – sostiene la Fiom-Cgil – stanno assumendo decisioni e determinando scelte che tendono a ridurre i perimetri industriali nel settore, e non solo nelle aziende dell’indotto si respira un aria di crisi strutturale”. “Il precedente Governo e quello attuale non hanno mai aperto un tavolo al Mise con le parti sociali”,“ad oggi anche i tavoli di crisi già aperti (Piaggio Aerospace e DEMA) non vedono convocazioni, alla luce anche delle imminenti scelte industriali che li riguarderanno”.
Perchè, si chiedono i sindacati, “l’unica vicenda che sembra avere un ritorno mediatico e un tavolo aperto al Mise è quello di Alitalia?”.