Attualmente in fase di omologazione CE (in base a norme UNI EN), con obiettivo la protezione di occhi, naso e bocca da spruzzi diretti di natura biologica. Il dispositivo permette la circolazione dell’aria dalla parte posteriore, però non è filtrata né in entrata, né in uscita. È dunque consigliato posizionare al di sotto del dispositivo una mascherina FFP2 o FFP3 per consentire il filtraggio dell’aria e dunque avere una completa protezione contro il nuovo tipo di coronavirus (SARS-CoV-2). In base alle stesse norme (UNI EN), le maschere FFP1 sono considerate non idonee al filtraggio anti-coronavirus, mentre quelle cosiddette “chirurgiche” proteggono gli altri dal contagio, filtrando aria solo in uscita (espirazione). La TSF è progettata in modo da aderire completamente ed ergonomicamente al viso tramite un singolo elastico adattabile posizionato ad altezza occhi. È possibile indossare la maschera anche con occhiali correttivi ed è lavabile e sterilizzabile con ossido di etilene.
La TSF dunque non è ancora una risposta definitiva alla carenza di mascherine, ma è comunque un dispositivo valido per la protezione da schizzi diretti. Nelle successive fasi di “Lockdown”, verrà richiesto un utilizzo quotidiano di maschere anti-diffusione virale per lo svolgimento delle attività in sicurezza, ci sarà inevitabilmente una maggiore richiesta di tali dispositivi ed è quindi imperativo che le aziende, anche non biomediche, cooperino per la distribuzione a tappeto di quest’ultimi. L’azienda, già proiettata verso la fine della quarantena, renderà disponibile il dispositivo a tutti i passeggeri Tecnam e a tutti coloro che svolgeranno le attività di addestramento. Sembra essere, inoltre, in fase di progettazione un dispositivo dotato di filtri FFP2 e FFP3.
Ddl