Leonardo, dal 2025 la ripresa della produzione civile aeronautica

500 dipendenti verso il pensionamento, apertura della cassa integrazione a partire da gennaio 2022.

Il segmento civile non vedrà una ripresa dei volumi pre Covid prima del 2025. Questo scenario è stato presentato dal responsabile Divisione Aerostrutture durante l’incontro con le Organizzazioni Sindacali che hanno sottoscritto un accordo che permette di utilizzare lo strumento del pre-pensionamento (art. 4 Legge n. 92/2012) per  500 dipendenti in possesso dei requisiti previsti dalla legge Fornero.

Il quadro generale sul futuro alquanto incerto per la Divisione Aerostrutture  era già emerso il 7 luglio scorso durante l’audizione alla Camera dei Deputati dell’ad Alessandro Profumo “se nel 2019 la Divisione Aerostrutture aveva un fatturato di 100 nel 2019 oggi lo ha di 45. Abbiamo vincoli contrattuali da rispettare, ma l’impatto della pandemia è stato notevole. Abbiamo difficoltà a reagire, anche partendo oggi con la ricerca di nuovi clienti e lo sviluppo di nuovi progetti, un primo impatto positivo non lo vedremo prima di 4-5 anni – ha dichiarato Profumo -. Abbiamo obbligo capacità produttiva soprattutto su Grottaglie, stante la riduzione dell’ordinato: nel 2019 producevamo 14 fusoliere al mese per il 787, oggi la domanda è di produrne soltanto 4,2 al mese. Nonostante questo abbiamo mantenuto una totale stabilità della forza lavoro, a dimostrazione del nostro impegno nonostante il momento difficile. Le parti di debolezza della scietà è la Divisione Aerostrutture: come Leonardo dovremo avere la capacità di investire in quelle attività che avranno più possibilità di sviluppo, altrimenti rischiamo di correre il rischio di mettere a repentaglio il nostro pratimonio umano”.

Per l’anno 2022 previsti pesanti vuoti produttivi, per stabilimento di Pomigliano esclusivamente per il programma ATR da un minimo di 47 giornate ad un massimo di 99; stabilimento di Grottaglie 106 giornate; stabilimento di Foggia escluso il programma JSF 22 giornate; stabilimento di Nola esclusa l’aerea montaggio e i programmi (B-767 e A-321) 47 giornate.

Come si legge nel resoconto dell’incontro redatto dalla Fiom Cgil nazionale, la quota di mercato di Leonardo nell’ambito delle Aerostrutture rappresenta il 5% del mercato mondiale, quasi totalmente come fornitore dei due grandi Player mondiali (Airbus e Boeing). La crisi dei voli ancora in atto a fronte del perdurare della fase emergenziale legata alla pandemia, ha determinato a consuntivo per l’anno 2020 risultati negativi nella Divisione Aerostrutture rispetto agli ordini (-38%) e sui ricavi (-27%), i quali incidono pesantemente sui restanti indicatori economici.

In relazione a questo quadro l’anno 2022 vedrà una leggerissima ripresa dei volumi in tutti i siti, non in grado di azzerare i vuoto lavoro registrati nel 2020 e nel 2021, un inversione di marcia che esclude  lo stabilimento di Pomigliano che subirà un ulteriore calo dovuto alla riduzione dei carichi sul programma ATR.

L’anno in corso vedrà una riduzione delle ore lavorative rispetto all’anno 2019 prima della pandemia, del 70% su Grottaglie, del 33% su Foggia, del 47% su Pomigliano e del 35% su Nola. La riduzione delle attività non riguarderà in maniera omogenea tutti i programmi: quelli maggiormente impattati sono ATR e B-787, mentre saranno in crescita quelli legati ad Airbus A-321 e A-320, e una sostanziale stabilità per il programma B-767.

In buona sostanza il 2022 e il 2023 saranno ancora anni difficili per gli stabilimenti meridionali di Leonardo, e solo nel 2024 si dovrebbero vedere crescite accettabili.  La ripartenza, nel quadro sopra evidenziato, sarà tuttavia legata anche ad eventuali nuove commesse che potrebbero vedere la luce nel corso della fine di quest’anno e agli inizi del 2022, secondo quanto affermato dalla Direzione di Aerostrutture. In questa prospettiva positiva la scelta di confermare tutti gli investimenti sui nuovi progetti di ammodernamento degli impianti produttivi, sia di processo che digitali, ma non determinanti se non entreranno nuove commesse.

Viene confermata la scelta sul sito di Grottaglie di produrre nello stabilimento il futuro velivolo senza pilota MALE 2025 un programma congiunto guidato da Airbus D&S, Leonardo Divisione Velivoli e Dassault Aviation con il sostegno dei governi di Francia, Germania, Spagna e Italia.

Come gestire le insaturazioni sarà oggetto di un ulteriore confronto con il Coordinamento di Aerostrutture a partire dal 22 settembre prossimo, tuttavia l’azienda ha già prefigurato uno scenario che vede, la conferma dello strumento delle mobilità temporanee di lavoratori presso i siti di altre Divisioni e l’uscita volontaria dei lavoratori che raggiungeranno i requisiti pensionistici attraverso l’utilizzo dell’ART.4 della legge Fornero.

Serve tutelare chi uscirà – sostiene nella nota la Fiom-Cgil – ma contemporaneamente garantire prospettive economiche e produttive per chi resta. La prima considerazione è quella relativa al fatto che la riduzione occupazionale non dovrà incidere sulle professionalità attualmente presenti” è  “indispensabile, usare la leva della formazione per non disperdere conoscenze e sapere intellettuale e manuale per agganciare la ripresa quando la stessa avverrà”.

Durante il confronto del prossimo settembre  “ sarà necessario comprendere – sostiene la nota sindacale – se le dichiarazioni fatte nella giornata di ieri rispetto a nuove attività per il futuro avranno delle ricadute effettive sui siti che oggi manifestano le maggiori criticità. Infine la sottoscrizione dell’accordo Art.4 Legge Fornero per l’uscita volontaria dei lavoratori che raggiungeranno i requisiti pensionistici, prevede una permanenza massima in isopensione fino ad un massimo di 7 anni, nell’arco temporale di adesione fino a dicembre 2023, all’interno dei quali l’azienda continuerà a versare la contribuzione previdenziale. A titolo d’incentivo, ai lavoratori che raggiungeranno i requisiti pensionistici entro i 4 anni di isopensione, saranno riconosciute 2 mensilità di retribuzione, per coloro che rimarranno in isopensione fino a 6 anni, 3 mensilità di retribuzione, mentre per chi avrà un periodo di isopensione superiore e fino a 7 anni, 4 mensilità di retribuzione” concludono dalla Fiom-Cgil nazionale.