Cinquanta anni fa nasceva l’Aeritalia

di Giancarlo Colombatto e Luigi Perinetti   da :cosenostre-online

Una lettura delle vicende AERITALIA è proposta nella ricostruzione di ANTONIO FERRARA per AEROPOLIS.

Era il 12 novembre 1969, una data importante per l’industria aerospaziale italiana.

Ufficialmente si costituita l’Aeritalia, con sei stabilimenti distribuiti tra Torino, Milano e Napoli, e oltre 8.000 dipendenti.

La nuova azienda riuniva gli stabilimenti aerospaziali della Fiat Divisione Aviazione (da cui venne scorporata la sezione motori aeronautici che diventò Fiat Avio), con quelli della Aerfer (società pubblica con sede a Napoli) e della Salmoiraghi (IRI-Finmeccanica). Aeritalia era l’abbreviazione dell’Aeronautica d’Italia del gruppo privato Fiat.

Questa unione si rese necessaria per rafforzare le attività aeronautiche italiane, allora assai frammentate e non più in grado di competere con le agguerrite società straniere, specialmente europee.

La causa principale erano i costi derivanti dai nuovi progetti di velivoli sempre più sofisticati e performanti, con sempre maggiori costi di sviluppo e produzione che potevano essere sopportati solo più da grosse società.

Ancora oggi sono in atto in tutto il mondo fusioni tra le varie aziende aeronautiche, motoristiche, elettroniche e logistiche al fine di poter ottimizzare i costi di produzione, cercando di controbattere la concorrenza diventata sempre più battagliera per proporre al meglio i loro prodotti. Ovviamente data la particolarità del settore le aziende da sole alle volte non riescono ad imporsi sul mercato se non intervengono anche i governi nazionali.

Proprio questa caratteristica è uno dei motivi del processo evolutivo, che ha interessato, a partire dagli anni sessanta (ma anche prima), tutte le aziende del settore che gradualmente sono passate da una gestione privata ad una pubblica, tra cui l’importante Aermacchi di Venegono (Varese) anch’essa interamente incorporata nella attuale società dal 2002.

In quegli anni negli stabilimenti di Torino, Caselle Nord e Sud, Napoli (Pomigliano d’Arco e Capodichino), Nerviano (Milano), erano in atto programmi importanti per il nostro Paese come: F-104S, G.91Y, G.91T, G.222 (primo volo 18 luglio 1970). Veniva prodotta anche una sezione della fusoliera del bireattore a medio raggio “Mercure” della Dassault, che poi venivano spedite da Caselle sui “Super Guppy”, velivoli da trasporto dalla fusoliera maggiorata e la prua apribile, in grado di caricare merci voluminose. Importante anche l’impegno per la costruzione di sezioni dei pannelli di fusoliera dei velivoli americani DC-9 e DC-10 nonché, componenti dei pattugliatori marittimi Bréguet BR.1150 “Atlantic”, questi ultimi ritirati dal servizio attivo in Italia nel settembre del 2017 dopo quarant’anni di ottimo e silenzioso servizio; al loro posto i nuovi ATR P-72A modificati proprio qui a Caselle negli stabilimenti della Leonardo.

Per alcuni anni la Fiat si riservò ancora il ramo della attività spaziali ma anche queste vennero cedute nel 1974. Ricordiamo che al 31 dicembre 1971 nei vari stabilimenti del Gruppo gli addetti erano già saliti a ben 8.800 addetti.

Dalla Fiat, l’Aeritalia ereditò anche il primo importante accordo internazionale per la realizzazione e costruzione del cacciabombardiere Tornado, inizialmente conosciuto come MRCA (Multi Role Combat Aircraft). Infatti la Fiat era stata tra i fondatori del consorzio Panavia nato il 29 marzo 1969. L’industria italiana partecipava al programma con una quota del 17 per cento, nonché la costruzione di due dei nove prototipi. Il primo di questi (P05 matricola X-586), decollò da Caselle per la prima volta il 5 dicembre 1975 con ai comandi il collaudatore Pietro Paolo Trevisan. Il secondo prototipo (P09 matricola X-587), effettuò sempre da Caselle il suo primo volo con l’equipaggio composto da Trevisan e Manlio Quarantelli. Ancora oggi esemplari di questo splendido velivolo equipaggiano la nostra forza aerea nazionale.

Un’altra data importante è quella dell’accordo siglato il 25 maggio 1971, quando l’Aeritalia entrò in partecipazione con la Boeing per il programma di un nuovo bireattore civile, gli studi iniziali erano per un velivolo silenzioso denominato QSH, poi modificati in una soluzione trireattore, il 7X7, ed infine quello che sarà il bireattore a fusoliera larga B.767, aereo che ottenne un buon successo di vendita, ed ancora oggi in produzione nella versione aerocisterna per il rifornimento in volo. La sigla definitiva sarà poi firmata nell’agosto 1978, a cui fece seguito la costruzione dei nuovi stabilimenti di Foggia per le lavorazioni degli innovativi materiali in compositi, lavorazioni che continuano con il nuovissimo Boeing 787.

Per diversificare le produzioni nel 1976 l’Aeritalia scorporò il Gruppo Velivoli in due: a Torino la parte Combattimento mentre a Napoli fu trasferita dagli stabilimenti di Caselle la linea di montaggio dei G.222, che in seguito con la produzione dei futuri C-27J Spartan sarà nuovamente riportata a Caselle, per ragioni logistiche.

Nel frattempo, negli anni 1978-80, entra a far parte con una quota del 25% anche la Aermacchi, che con la brasiliana Embraer darà vita allo AMX “Ghibli” anche se continua ad essere conosciuto semplicemente con l’acronimo AMX.

Altra importante pietra miliare nella collaborazione industriale europea è stata la firma in data 4 novembre 1980, dell’accordo del nuovo importante programma che univa il progetto dell’Aeritalia AIT.230 con il pari classe francese Aérospatiale AS.35, da cui nacque l’ATR.42, velivolo da trasporto civile ancora in produzione oggigiorno e dal brillante successo di vendite in tutto il mondo. La società ATR (Avions de Transport Règional), è al 50% italiana (Leonardo) e al 50% francese (Airbus), a quei tempi Aeritalia-Aérospatiale. Il primo ATR 42 ebbe il battesimo del primo volo il 16 agosto 1984 e, al momento attuale le vendite superano i 1.800 esemplari di cui oltre 1.500 consegnati ai vari clienti sparsi nei vari continenti, superando di gran lunga tutti i suoi concorrenti, rispondendo appieno agli obiettivi iniziali.

Fecero seguito altre realtà industriali aeronautiche come nel 1981, la Partenavia (aerei da turismo) e le Aeronavali (manutenzione e trasformazione di velivoli commerciali e militari), mentre in due fasi tra il 1981 e 1988 la Meteor (bersagli e sistemi teleguidati).

L’Aeritalia, nel 1982, era suddivisa in ben otto Gruppi: Velivoli da Combattimento, Velivoli da Trasporto, Sistemi Avionici ed Equipaggiamenti, Sistemi Spaziali ed Energie Alternative, Revisioni, Trasformazioni e Assistenza, Aviazione Generale, Teleguidati e Missili.

Tre anni dopo entrò a far parte della Società anche l’Alfa Romeo Avio, appartenente della capogruppo IRI-Finmeccanica.

Nel dicembre del 1990, con il riassetto dell’industria della Difesa in Italia, l’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) decise di unire l’Aeritalia con la Selenia, importante e rinomata azienda nel campo elettronico e missilistico, dando vita a quella che per molti anni sarà la portabandiera aerospaziale italiana: l’Alenia.

Ma questa è un’altra storia, storia che continua ancora oggi nella attuale denominazione: Leonardo.


Nuovi aerei per la Guardia di Finanza

In atterraggio a Caselle il primo dei quattro ATR 72-600 MP destinati alla Guardia di Finanza, ancora con la colorazione della Avianca che era il cliente originario del velivolo.

Il 9 ottobre scorso è stato siglato un nuovo contratto tra Leonardo e la Guardia di Finanza, del valore di 150 milioni di euro, per la fornitura di ulteriori tre ATR 72MP, e dei relativi servizi di supporto tecnico-logistico, completando l’ordine preliminare effettuato a luglio del 2018 per un primo velivolo.

La consegna del primo ATR 72MP è prevista entro la fine di quest’anno ed il completamento della fornitura entro il 2021.

L’ATR 72MP è derivato dal velivolo da trasporto passeggeri regionale ATR 72-600 e coniuga l’affidabilità e i bassi costi di esercizio e consumi con un sistema di missione all’avanguardia.

Ed è proprio negli stabilimenti Leonardo di Caselle che i velivoli vengono modificati, aggiornati e testati per i compiti richiesti dalla Guardia di Finanza, tra cui le attività di vigilanza lungo le coste nazionali ed internazionali.