Il cielo sopra Leonardo

Gruppo Leonardo Dati Bilancio 2017
Gruppo Leonardo dell'Aerospazio e Difesa

Con la commessa degli americani il gruppo di Alessandro Profumo riparte con gli elicotteri. Attese per l’assegnazione a fine mese  del Pentagono per la gara dei trainer. Tramonta la stella di Alessio Facondo.

Gruppo Leonardo Dati Bilancio 2017
Gruppo Leonardo dell’Aerospazio e Difesa

Con la commessa vinta degli elicotteri per USAF, Leonardo si conferma tra i leader mondiali del settore dell’ala rotante. Restano le ombre per il futuro del comparto delle aerostrutture dove Alessio Facondo, che ne è responsabile dal gennaio 2016, è dato in uscita. E’ il quinto capodivisione che lascia Leonardo in un anno e mezzo.

La decisione dell’Air Force americana di acquisire l’elicottero MH-139, di cui Boeing è il prime contractor, conferma il recupero di Leonardo in un segmento importante del suo core business. Il velivolo selezionato dall’aviazione americana è basato sull’AW139 e la commessa, del valore di 2,4 miliardi di dollari, prevede la fornitura di 84 elicotteri.
Per Valerio Cioffi che dirige dal febbraio la Divisione Velivoli un primo risultanto importante in questo inizio di autunno che si presenta come una stagione di svolta, oltre il dossier degli elicotteri, a fine settembre è attesa anche la decisione dell’aeronautica statunitense per il programma T-X Advanced Pilot Training per almeno 350 velivoli che dovranno sostituire i vecchi Northrop T-38.
La commessa ha un valore complessivo di almeno 7 miliardi di dollari che in futuro potrebbero crescere con la richiesta di servizi di supporto. Leonardo costruirebbe i velivoli in un impianto negli USA, ma vincere questa gara per l’industria aeronautica italiana rappresenterebbe uno straordinario successo inatteso.
Dopo la rinuncia lo scorso anno del partner Raytheon, Leonardo partecipa alla gara con DRS, Honeywell e CAE USA e benché la sua offerta del T-100, versione per il mercato americano del M-346, sia ritenuta, rispetto al T-50A di Lockheed Martin e Korean Aerospace Industries (KAI) e al BTX realizzato Boeing e Saab, più vicina alle specifiche degli americani, molti degli esperti ritengono che l’offerta italiana abbia poche possibilità di vincere la competizione.

Si apre una pagina nuova anche per la Divisione Aerostrutture, l’uscita di Facondo potrebbe preludere a una nuova fase di “efficientamento” degli stabilimenti e della filiera produttiva. Il piano industriale dell’ex AD Mauro Moretti prevedeva il break-even entro il 2016 per i siti di Pomigliano d’Arco, Nola, Grottaglie e Foggia. Ma il risultato non è stato raggiunto e Facondo lascerà il gruppo con i problemi irrisolti di qualità e puntualità nelle consegne. Se in Puglia, come rivendica lo stesso Facondo con un post reso pubblico, molte difficoltà con Boeing per il 787 sono stati superate e il futuro sembra liberato da nuvole, a Nola, anche dopo l’acquisizione della sezione 14 dell’A321, resta il problema della prospettiva del programma A380 con l’esaurirsi del backlog.
In Campania dopo fallimento del Polo delle Manutenzioni di Capodichino le prospettive del comparto aeronautico sono più incerte anche per le difficoltà delle PMI.
Per lo stabilimento di Leonardo a Pomigliano d’Arco resta attuale l’ultima dichiarazione di Mauro Moretti, che in assenza di un accordo con Airbus per un nuovo turboelica, non c’è futuro per l’impianto napoletano.
Alessandro Profumo dovrà sostituire Facondo che come ‘sceriffo della supply chain’ non ha centrato gli obiettivi, dovrà trovare una figura, meglio se esterna, che conosca il settore, si concentri nelle politiche delle alleanze industriali e riposizioni il gruppo, dove è ancora possibile, nei grandi programmi aeronautici.

La Divisione Aerostrutture ha la necessità di rilanciare il fatturato degli impianti meridionali inchiodato sotto il miliardo di euro e poco attrezzato alla competizione internazionale in un segmento difficile dove è bassa la barriera tecnologica d’ingresso.

Si tratta delle condizioni minime e necessarie per garantire quella ‘tranquillità sociale’ che in Campania è stata richiesta a Leonardo dalla nuova classe politica.

Resta il dossier ATR che significa il passato e le speranze di futuro per l’industria meridionale di realizzare un velivolo completo (che non siano solo quelli di Tecnam). Leonardo e Airbus per il gruppo di Tolosa da poche settimane hanno scelto Stefano Bortoli come nuovo amministratore delegato. Il quale però dovrà fare i conti con le scelte già delineate per il futuro: “di concentrare gli investimenti del gruppo per sfruttare la gamma di prodotti esistente”.

Una scelta che sarà utile al bilancio dell’azienda e dei due soci ma non offre un futuro al programma.

Il concorrente Bombardier Q400 ha consegnato il suo primo turboprop da 90 posti, Airbus ha dichiarato recentemente di lavorare per un Regional Jet Ibrido, la NASA da anni lavora su progetti di turboelica con propulsione ibrida su una piattaforma Tecnam e sviluppa la nuova tecnologia su una cellula di ATR.
Pensare come sostiene  ATR nell’ultimo outlook di mantenere il mercato nei prossimi venti anni con gli stessi velivoli di oggi, nati oltre 30 anni fa, è come sostenere: “fin che la barca va….”.